"Tutta la geografia, la trigonometria e l'aritmetica del mondo non servono a niente se non impari a pensare con la tua testa. E non te lo insegnano in nessuna scuola. Non è nel programma".
- Marina, Carlos Ruiz Zafòn
"Tutta la geografia, la trigonometria e l'aritmetica del mondo non servono a niente se non impari a pensare con la tua testa. E non te lo insegnano in nessuna scuola. Non è nel programma".
- Marina, Carlos Ruiz Zafòn
SIGNORE DI ARLES (1888)
Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo"È come avere un gran fuoco nella propria anima e nessuno viene mai a scaldarvisi, e i passanti non scorgono che un po' di fumo, in alto, fuori del camino e poi se ne vanno per la loro strada".
"Cos'è disegnare? Come ci si arriva? E' l'atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può".
"Se varrò qualcosa più in là, la valgo anche adesso, perché il grano è grano, anche se i cittadini all'inizio lo scambiavano per erba".
L'Aia, fine agosto 1882.
La realtà non è un "vissero felici e contenti", o stronzate del genere. La vita è lavoro, fatica. Solo raramente la persona che amiamo è davvero degna del nostro amore. Forse nessuno ne è degno, oppure nessuno merita un tale fardello. Alla fine si resta fregati. Si resta delusi, si perde la fiducia e si passano momenti terribili. Quello che perdi è più di quello che guadagni. Alla fine, odi e ami in parti uguali la persona che hai scelto. Eppure, *****, ti rimbocchi le maniche e ti dai da fare, perché diventare adulti significa proprio questo.
Dennis Lehane, La morte non dimentica
Questa sera alle 21.00 su Iris sarà trasmesso "Mystic River", film del 2003 diretto da Clint Eastwood, tratto dal romanzo "La morte non dimentica" di Dennis Lehane.
Ricordiamo, fra i riconoscimenti, i due premi Oscar conferiti come miglior attore protagonista a Sean Penn e miglior attore non protagonista a Tim Robbins e due Golden Globe come miglior attore in un film drammatico a Sean Penn e miglior attore non protagonista a Tim Robbins.
" Nonostante lo sconvolgimento del mondo, io ho conservato l'amore per quella vita interiore a cui sono stato allevato, e per la speranza dell'uomo nell'amore. Vi è nella nostra vita un singolo colore, come nella tavolozza del pittore, che dà significato alla vita e all'arte. E' il colore dell'amore.Vedo in questo colore d'amore tutte le qualità che permettono di conseguire risultati in ogni campo.Ho spesso usato la parola chimica in arte. La chimica può esistere anche nella vita stessa.Mi chiedo sovente perché in questa natura grandiosa l'uomo talvolta appare così crudele.Mi chiedo come può avvenire questo quando contemporaneamente esistono i Mozart, i Beethoven, gli Shakespeare, i Giotto, i Rembrandt e tanti altri, e anche umili e onesti lavoratori che hanno costruito cattedrali, monumenti e opere d'arte, nonché tutti coloro che hanno inventato tutto quanto migliora e facilita la nostra vita.E' mai possibile che con tutti questi nuovi mezzi di dominio l'uomo sia incapace di dominare se stesso?E' per me un fatto inconcepibile.In se stessi e non fuori dalla natura si devono cercare le chiavi dell'armonia e della felicità.Sono nelle nostre stesse mani.Tutto quello che ho cercato di fare non è che una debole risposta a questa sfida.L'arte che ho praticato fin dall'infanzia mi ha insegnato che l'uomo è capace di amore e che l'amore può salvarlo.E' quello per me il vero colore, la vera sostanza dell'arte.E' un fatto naturale come un albero o una pietra".
Marc Chagall
“E’ buio. All’improvviso si spalanca il soffitto; un tuono, un lampo di luce ed ecco irrompere nella stanza un’impetuosa creatura alata, avvolta in volute di nuvole, un forte fremito di ali. Un angelo! Penso io. Ma non riesco ad aprire gli occhi: dall’alto sgorga una luce troppo forte. L’ospite alato vola per tutti gli angoli della stanza, si solleva nuovamente e vola via attraverso la fenditura del soffitto, portando con sé il fulmine e l’azzurro. E di nuovo torna il buio. Mi sveglio”.
(Marc Chagall)
"Tutto il nostro mondo interiore è realtà, forse anche più reale del mondo apparente. Ma il nostro mondo interiore, costituito da sogni, desideri e ricordi, col tempo può sbiadire. È necessario, quindi, farlo uscire ogni tanto per prendere un po' d'aria."
Marc Chagall
“Non ti muovere. Resta ferma dove sei…”.
Ho ancora i fiori tra le mani. Non so dove metterli. Vorrei immergerli nell’acqua. Potrebbero appassire. Ma, ben presto, me ne dimentico.
Ti sei gettato sulla tela, che trema fra le tue mani. Premi i colori dai tubetti e intingi i pennelli: rosso, bianco, nero, blu. E mi trascini nel torrente dei colori. Ad un tratto, mi sollevi da terra, e tu stesso prendi slancio con un piede, come se la stanzetta fosse troppo angusta per te. T’innalzi e ti distendi, fluttuando fino al soffitto. La tua testa gira intorno alla mia. Sfiori le mie orecchie sussurrando qualcosa…
Ascolto la melodia della tua voce dolce e grave. Perfino nei tuoi occhi intendo quel canto e tutti e due insieme, lentamente, ci solleviamo sulla camera adorna e ci involiamo. Arriviamo alla finestra e vogliamo attraversarla.
Fuori ci chiamano le nuvole e il cielo blu. I muri con tutti i miei scialli variopinti girano intorno a noi e ci fanno girare la testa. Ora voliamo abbracciati nel cielo e i campi di fiori, le case, i tetti, i cortili e la chiese sembrano galleggiare sotto di noi…
“Ti piace il mio quadro?”. Ecco che torni improvvisamente sulla terra.
Guardi la tua tela, mi guardi. Ti allontani dal cavalletto, ti riavvicini.
“C’è ancora molto da fare? Non potresti lasciarlo così? Dove puoi ancora ritoccarlo?”. Parli con te stesso. Aspetti e hai paura di ciò che andrò a dire.
“Oh! È bello. È bello come ti sei involato… Lo chiameremo ‘Il Compleanno’!”.
Il tuo cuore si placa.
“Tornerai domani? Prenderò un’altra tela e ci involeremo…”.
Bella Chagall, nel Diario sentimentale, descrive la genesi del dipinto ‘Il Compleanno’ di Marc Chagall
Se ogni vita va inevitabilmente verso la fine, dobbiamo, durante la nostra, colorarla, con i nostri colori di amore e di speranza...Forse in questa Casa verranno i giovani e i meno giovani a cercare un'ideale di fraternità e d'amore, così come i miei colori e le mie linee l'hanno sognato...Forse non ci saranno più nemici...E tutti, qualsiasi religione abbiano, potranno venirvi e parlarvi di questo sogno, lontano dalle malvagità e dall'eccitazione...E' possibile questo sogno? Ma nell'arte come nella vita, tutto è possibile se, alla base , c'è l'Amore"
(Dal discorso inaugurale del Museo pronunciato da Marc Chagall il 7 luglio 1973, giorno del suo compleanno)
Se ha intenzione di scrivere romanzi, una donna deve possedere denaro e una stanza tutta per sé.
- Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé
"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell’uomo ingrandita fino a due volte le sue dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi. Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbero sconosciute. Staremmo ancora a graffiare la sagoma di un cervo sui resti di ossa di montone e a barattare selci con pelli di pecora o con qualsiasi semplice ornamento attraesse il nostro gusto non sofisticato. Non sarebbero mai esistiti Superuomini o Figli del Destino. Lo Zar o il Kaiser non avrebbero mai portato corone sul capo né le avrebbero perdute. Quale che sia l’uso che se ne fa nelle società civili, gli specchi sono indispensabili ad ogni azione violenta od eroica. E’ questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne, perché, se queste non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. Ciò serve a spiegare in parte la necessità che tanto spesso gli uomini hanno delle donne. E serve anche a spiegare perché gli uomini diventano così inquieti quando vengono criticati da una donna; e come sia impossibile per una donna dire loro questo libro è brutto, questo dipinto è debole, o qualunque altra cosa, senza procurargli molto più dolore e suscitare molta più rabbia di quanta non ne susciterebbe un uomo che facesse la stessa critica.Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare ad emettere giudizi, a civilizzare indigeni, a promulgare leggi, a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la stessa taglia? A questo pensavo, mentre riducevo il pane in briciole e giravo il caffè e di tanto in tanto guardavo la gente che passava per strada."
《Mi hanno sempre attratto persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell'isolamento, della solitudine. Persone capaci di raccontare storie, di mostrare visioni altre. E inevitabilmente hanno acceso la mia curiosità, perché, come diceva il mio amico Eduardo Galeano, capace di raccontare la storia dell'America Latina attraverso racconti ironici e apparentemente non importanti, fatti di cronaca, 'il cammino si fa andando', non sai mai dove queste storie ti possano portare. E' il bello della vita, tutto sommato》.
Gianni Minà (Torino, 17 maggio 1938 – Roma, 27 marzo 2023)
《Il teatro è un tempio, un tempio dove non entra mai il sole. Si lavora sempre con poca luce, nel silenzio più assoluto; il testo va rispettato nelle sue virgole, va approfondito, perché tutto è nella parola》.
Marcello Mastroianni
《C'è un momento della mia infanzia che spesso mi ritorna in mente. Sto giocando con delle compagne di scuola sul balcone e sento mio padre che parla con la mamma: "è ora che Franca incominci a recitare, ormai è grande". Avevo tre anni》.
Franca Rame
«La mia carriera non solo è iniziata per caso, ma pure molto in ritardo! Finito il liceo artistico, mi ero iscritto alla facoltà di Architettura, poi vengo assunto come impiegato nell’ufficio di Urbanistica nel Comune di Ravenna, mi occupavo del piano regolatore, un lavoro che ho svolto fino all’età di 35 anni. Nel 1981, un mio amico mi propone di sostituirlo in uno spettacolo e mi chiedo ancora perché avesse pensato proprio a me, dato che non avevo alcuna esperienza scenica. Senza arte, né parte, senza conoscere il mestiere dell’attore, ho deciso di licenziarmi e di accettare questa avventura che, all’inizio, si prospettava come una occasione unica in tutti i sensi. Abbandonavo il certo per l’incerto assoluto, non sapevo dove sarei finito e non potrei consigliare a nessuno di compiere una scelta del genere, così radicale...[...] Non avevo mai recitato in vita mia e, per affrontare un mestiere da zero, ci vuole stomaco forte, pelo sul cuore e anche tanto cu...».
- Ivano Marescotti (Bagnacavallo, 4 febbraio 1946 – Ravenna, 26 marzo 2023)
«Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere».
Gigi Proietti
Spengiti, spengiti breve
candela! La vita non è che
un'ombra che cammina;
un povero commediante
che si pavoneggia
e si agita sulla scena
del mondo, per la sua ora,
e poi non se ne parla più;
una favola raccontata
da un idiota, piena
di rumore e furore,
che non significa nulla.
- W.Shakespeare, Macbeth, Atto V, scena V
Messaggio della Giornata Mondiale del Teatro 2023 dell'attrice egiziana Samiha Ayoub
A tutti i miei amici artisti di teatro di tutto il mondo,
Vi scrivo questo messaggio in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, e per quanto mi senta estremamente felice di rivolgermi a voi, ogni fibra del mio essere trema sotto il peso di ciò che tutti noi stiamo soffrendo – artisti di teatro e non- a causa delle pressioni schiaccianti e dei sentimenti contrastanti che suscita la condizione attuale del mondo.
L’instabilità è il risultato diretto di ciò che il nostro mondo sta attraversando oggi in termini di conflitti, guerre e disastri naturali che hanno avuto effetti devastanti non solo sul nostro mondo materiale, ma anche sul nostro mondo spirituale e sulla nostra pace psicologica.
Vi parlo oggi mentre ho la sensazione che tutto il mondo sia diventato come isole disperse, o come navi che fuggono in un orizzonte denso di nebbia, ciascuna spiegando le vele e navigando senza guida, senza riuscire a vedere nulla dell’orizzonte che dovrebbe guidarle e, nonostante ciò, continuando a navigare, sperando di raggiungere un porto sicuro che la accolga dopo le lunghe peregrinazioni in mezzo a un mare furioso.
Il nostro mondo non è mai stato così strettamente connesso come lo è oggi, ma allo stesso tempo non è mai stato più dissonante e non siamo mai stati così lontani gli uni dagli altri come lo siamo oggi.
Qui sta il paradosso drammatico che ci impone la nostra contemporaneità. Nonostante ciò a cui assistiamo rispetto alla convergenza nella circolazione delle notizie e delle comunicazioni che ha portato ad infrangere tutte le barriere dei confini geografici, i conflitti e le tensioni a cui il mondo sta assistendo hanno superato i limiti della percezione logica, creando, in mezzo a questa apparente convergenza, una divergenza fondamentale che ci allontana dalla vera essenza dell’umanità nella sua forma più semplice.
Il teatro nella sua essenza originaria, è un atto puramente umano basato sulla vera essenza dell’umanità, che è la vita. Come diceva il grande pioniere Konstantin Stanislavskij: “Non entrate mai a teatro con il fango ai piedi. Lasciate la polvere e lo sporco fuori. Lasciate le vostre piccole preoccupazioni, i litigi, le piccole difficoltà alla porta assieme ai vostri indumenti esterni- tutte quelle cose che vi rovinano la vita e distolgono la vostra attenzione dalla vostra arte.”
Quando saliamo sul palco, saliamo con la sola vita di un essere umano in noi, ma questa vita ha una grande capacità di scindersi e di riprodursi per trasformarsi in tante vite che diffondiamo in questo mondo affinché esso prenda vita, fiorisca e diffonda i suoi profumi.
Quello che facciamo nel mondo del teatro, come drammaturghi, registi, attori, scenografi, poeti, musicisti, coreografi e tecnici -tutti noi nessuno escluso- è un atto di creazione della vita che non esisteva prima di salire sul palcoscenico. Questa vita merita una mano premurosa che la tenga, un petto amorevole che la accolga, un cuore gentile che provi empatia per essa ed una mente sobria che le fornisca ragioni per continuare e sopravvivere.
Non esagero quando dico che quello che facciamo sul palco è l’atto stesso della vita, generata dal nulla, come una brace ardente che brilla nell’oscurità, illuminando le tenebre della notte e riscaldando la sua freddezza. Siamo noi che diamo alla vita il suo splendore. Siamo noi che la incarniamo. Siamo noi che la rendiamo vibrante e significativa. E siamo noi a fornire le ragioni per capirla. Siamo noi che usiamo la luce dell’arte per affrontare l’oscurità dell’ignoranza e dell’estremismo. Siamo noi che abbracciamo la dottrina della vita, affinché la vita si possa diffondere in questo mondo. Per questo mettiamo tutto il nostro impegno, tempo, sudore, lacrime, sangue e nervi, per raggiungere questo alto messaggio, per difendere i valori della verità, della bontà e della bellezza, nel convincimento che la vita meriti veramente di essere vissuta.
Vi parlo oggi, non così per parlare, e nemmeno per celebrare il padre di tutte le arti, il “teatro”, nella sua giornata mondiale. Vi invito piuttosto a stare insieme, tutti noi, mano nella mano, spalla a spalla, per gridare a squarciagola, come siamo abituati a fare sui palcoscenici dei nostri teatri, per far uscire le nostre parole, per risvegliare la coscienza del mondo, per cercare dentro di noi l’essenza perduta dell’umanità.
L’essere umano libero, tollerante, amorevole, comprensivo, gentile ed accogliente, che rigetta questa vile immagine di brutalità, razzismo, di conflitti sanguinosi, di un pensiero unilaterale ed estremista. Gli esseri umani hanno camminato su questa terra e sotto questo cielo per migliaia di anni e continueranno a camminare. Pertanto togliete i piedi dal fango delle guerre e dei conflitti sanguinosi e lasciate questi ultimi all’entrata del palcoscenico.
Forse allora la nostra umanità, che si è offuscata nel dubbio, diventerà di nuovo una certezza che ci renderà tutti orgogliosi di essere umani e di essere fratelli e sorelle nell’umanità.
È la nostra missione, di noi drammaturghi, portatori della fiaccola della luce, sin dalla prima apparizione del primo attore sul primo palcoscenico, di essere in prima linea nell’affrontare tutto ciò che è brutto, sanguinario e disumano, mettendolo a confronto con tutto ciò che è bello, puro e umano. Noi, e nessun altro, abbiamo la capacità di diffondere la vita. Diffondiamola insieme per il bene di un unico mondo e di un’unica umanità.
Samiha Ayoub
l falco maculato mi si precipita accanto e mi accusa, si lamenta delle mie chiacchiere e del mio ozio.
L'innamorato è il semiologo selvaggio allo stato puro! Passa il proprio tempo a leggere segni. Fa solo questo: segni di felicità, segni di infelicità. Sul viso dell'altro, nei suoi comportamenti. È veramente in preda ai segni. L'amore non è cieco, al contrario ha una potenza di decifrazione incredibile, che dipende dall'elemento paranoico che è in ogni innamorato. Un innamorato coniuga estremi di nevrosi e psicosi: è un tormentato e un pazzo. Vede chiaramente, ma il risultato è spesso lo stesso che se fosse cieco. (…) C'è una morale. Una morale di affermazione. Non bisogna lasciarsi impressionare dai deprezzamenti di cui è oggetto il sentimento amoroso. Bisogna affermare. Bisogna osare. Osare amare.
- Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso
«Al liceo avevo un professore di italiano che si chiamava Emanuele Cassesa. Era uno scioperato, passava le notti nelle bische clandestine, ma ci spiegava Dante in un modo straordinario. Aveva la capacità di smontare il testo, riducendolo a delle concretezze, da noi facilmente afferrabili e poi ricostruirlo poeticamente trascinandoci nel turbinio di sensazioni e di idee e tornare ai livelli di Dante. L’intera classe, 27 imbecilli, semplicemente lo capiva. Ci tenne tre sole lezioni su Dante, poi disse: "Basta, le lezioni sono finite perché lo stipendio che mi passa lo Stato equivale a tre sole mie lezioni". Protestammo tutti. Allora Cassesa disse: "Va bene, se ci tenete proprio a queste lezioni, allora mi pagate voi privatamente. Non pretendo molto, un pacchetto di sigarette Macedonia a settimana". Così ci tassammo e diventammo esosi, Cassesa doveva fare lezione fino al tocco della campanella, non terminare un secondo prima, perché pagavamo e lo pretendevamo. Solo dopo capii che era un suo abilissimo modo per fregarci tutti.»
- Andrea Camilleri
Tratto da "La lingua batte dove il dente duole", dialogo sulla lingua italiana tra Andrea Camilleri e Tullio De Mauro.
Salvador Dalì, Divina Commedia.
Il maestro impiegò nove anni di lavoro per dar vita ai 100 acquerelli da cui furono tratte le magnifiche xilografie a colori, che nel 1960 furono esposte al Musée Galliera di Parigi.
Lucia che trasporta Dante nel sonno, illustrazione della Divina Commedia di Dante Alighieri, 1824-27 (penna e inchiostro con wc sopra a matita e gesso su carta) · William Blake
Fogg Art Museum, Harvard Art Museums
#Dantedì
Dante incontra Beatrice al ponte Santa Trinita, Henry Holiday, (1882 -1884), Walker Art Gallery di Liverpool.
"E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei.”
Dante Alighieri, Vita Nova, XI
Gustave Courtois , Dante e Virgilio all'Inferno: girone dei traditori della patria. 1880 ca , olio su tela , Parigi - Centre National des Artes Plastiques
La "Maschera di Dante" custodita all'interno di Palazzo Vecchio a Firenze. Opera in gesso di autore ignoto, realizzata probabilmente tra il XVI e il XVII secolo.
#Dantedì
Francesca da Rimini e Paolo Malatesta appaiono a Dante e Virgilio, Ary Scheffer, 1835, Londra - Wallace Collection.
《Non ho la ricetta del matrimonio perfetto. Se ce l’avessi, l’avrei lanciata sul mercato. Io e Franca siamo stati fortunati. Di crisi ce ne sono state, ne abbiamo avute di continuo. Molte però sono liti che prevedono solo quattro risate. È difficile dire cosa serve per una buona convivenza, non ci sono ricette. Forse, nel nostro caso, l’aver fatto lo stesso mestiere ha aiutato.La riuscita di un rapporto d’amore è un fatto misterioso, sempre sorprendente, non c’è una legge. Credo che nel nostro caso, il successo della nostra unione sia aver diviso responsabilità ed aver condiviso progetti da realizzare. Se non si producono battaglie insieme, è difficile reggere》.
-Dario Fo
《Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere》.
- Dario Fo
Dedicato agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non hanno in mano le regole, nè i regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli, ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero..
- Dario Fo - Dedicato agli anticonformisti
“C’è una regola antica nel teatro. Quando hai concluso non c’è bisogno che tu dica altra parola. Saluta e pensa che quella gente, se tu l’hai accontentata nei sentimenti e nel pensiero ti sarà riconoscente.”
Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926 – Milano, 13 ottobre 2016)
“Guardi, una volta con una ragazza pensai anche: “Questa è quella giusta”.”
“E poi cosa accadde?”
“Uscii presto, comprai tre yoghurt, li misi in cucina e poi andai a fare una doccia. Una volta lavato, gli yoghurt non c’erano più.
Li aveva mangiati tutti lei?
Tutti e tre. Ora dico, se ne avesse lasciato almeno uno, avremmo parlato di altro. Ma li aveva fatti fuori tutti. Un saggio di egoismo, non solo simbolico. Tra noi la storia non poteva funzionare e infatti si arenò.”
- Franco Battiato
"Vede, sto bene con me stesso. Vivo in questo posto meraviglioso sulle pendici del Mongibello. Dalla veranda del mio giardino osservo il cielo, il mare, i fumi dell’Etna, le nuvole, gli uccelli, le rose, i gelsomini, due grandi palme, un pozzo antico. Un’oasi. Poi purtroppo rientro nello studio e accendo la tv per il telegiornale: ogni volta è un trauma. Ho un chip elettronico interiore che va in tilt per le ingiustizie e le menzogne. Alla vista di certi personaggi, mi vien voglia di impugnare la croce e l’aglio per esorcizzarli. C’è un mutamento antropologico, sembrano uomini, ma non appartengono al genere umano, almeno come lo intendiamo noi: corpo, ragione e anima”... C’è una gran quantità di personaggi che sento estranei a me ed è mio diritto di cittadino dirlo: non li stimo, non li rispetto per quel che dicono e sono. Non appartengono all’umanità a cui appartengo io. E, siccome faccio il cantante, ogni tanto uso il mio strumento per dire ciò che sento. La musica dovrebbe essere super partes e magari non dovrei occuparmi di materia sociale. Ma sono anch’io un peccatore e la carne è debole".
- Franco Battiato
"L’unica cosa per cui si può avvertire nostalgia sono i paradisi perduti. Gli angeli nascosti. Ciò che di meraviglioso, magari fugacemente, abbiamo incontrato. Se c’è una cosa bella dell’età che avanza, è in questo miracolo: saper riconoscere la bellezza. Quando mi passa davanti, adesso, la colgo".
-Franco Battiato