Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune coscienza. La comune coscienza è inadattabile alle atrocità. E ci sarà pure qualche ragione. Forse perché essa, in realtà, le vuole. La comune coscienza prima non ha accettato le atrocità naziste, e poi ha preferito dimenticarle. [...] Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili.
Pier Paolo Pasolini
martedì 4 marzo 2014
Pasolini
Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l'industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita.
- La rabbia, Pier Paolo Pasolini
- La rabbia, Pier Paolo Pasolini
Pasolini
“Il tipo di persone che amo di gran lunga di più sono le persone che possibilmente non abbiano fatto neanche la quarta elementare, cioè le persone assolutamente semplici. Ma non ci metta della retorica in questa mia affermazione: non lo dico per retorica, lo dico perché la cultura piccolo-borghese è qualcosa che porta sempre della corruzione, delle impurezze, mentre un analfabeta, uno che ha fatto solo i primi anni delle elementari, ha sempre una certa grazia che poi va perduta attraverso la cultura. Poi la si ritrova ad un altissimo grado di cultura, ma la cultura media è sempre corruttrice.”
— Pier Paolo Pasolini (intervista di Enzo Biagi, 1972)
— Pier Paolo Pasolini (intervista di Enzo Biagi, 1972)
Pier Paolo Pasolini
Forse sono io che sbaglio, ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo.
- Pier Paolo Pasolini.
(Opera della foto di Marzia Migliora)
- Pier Paolo Pasolini.
(Opera della foto di Marzia Migliora)
Pier Paolo Pasolini
Il fascismo del ventennio di Mussolini, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano. Il nuovo fascismo, attraverso nuovi mezzi di comunicazione e di informazione ( specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre. L'Italia sta marcendo un un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire questa marcenza è, ora, fascismo.
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
Pasolini
Nulla è più anarchico del potere. Il potere fa praticamente ciò che vuole e ciò che il potere vuole è completamente arbitrario, o dettatogli dalle sue necessità di carattere economico che sfuggono alla logica comune.
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
"Sei così ipocrita che, quando l'ipocrisia ti avrà ucciso, sarai all'inferno, ma ti dirai in paradiso".
-Pier Paolo Pasolini
-Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
“La solitudine: bisogna essere molto forti
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri
– e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,
tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,
essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;
più caldo e vivo è il corpo gentile
che unge di seme e se ne va,
più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;
è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,
non il sorriso innocente o la torbida prepotenza
di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza
enormemente giovane; e in questo è disumano,
perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia
che è sempre la stessa in tutte le stagioni.
Un ragazzo ai suoi primi amori
altro non è che la fecondità del mondo.
È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,
come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,
e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;
l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque
la solitudine è ancora più grande se una folla intera
attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –
l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente
come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.
Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,
specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,
e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;
e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,
e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire
che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,
e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine
è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
che valga una camminata senza fine per le strade povere,
dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.”
- Pier Paolo Pasolini, da Trasumanar e organizzar (1971)
per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe
e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare
raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere
rapinatori o assassini; se tocca camminare
per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera
bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;
specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,
e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;
non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,
oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte
senza doveri o limiti di qualsiasi genere.
Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri
– e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,
tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,
essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;
più caldo e vivo è il corpo gentile
che unge di seme e se ne va,
più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;
è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,
non il sorriso innocente o la torbida prepotenza
di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza
enormemente giovane; e in questo è disumano,
perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia
che è sempre la stessa in tutte le stagioni.
Un ragazzo ai suoi primi amori
altro non è che la fecondità del mondo.
È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,
come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,
e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;
l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque
la solitudine è ancora più grande se una folla intera
attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –
l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente
come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.
Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,
specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,
e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;
e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,
e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire
che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,
e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine
è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?
Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,
che valga una camminata senza fine per le strade povere,
dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.”
- Pier Paolo Pasolini, da Trasumanar e organizzar (1971)
Pier Paolo Pasolini
L'opinione pubblica, come una belva, ha bisogno di essere tranquillizzata a proposito di fatti che essa non voglia odiare, mentre ha bisogno di essere aizzata a proposito di fatti che essa vuole odiare.
-Pier Paolo Pasolini
-Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Siamo stanchi di diventare giovani seri o contenti per forza, o criminali, o nevrotici: vogliamo ridere, essere innocenti, aspettare qualcosa della vita, chiedere, ignorare. Non vogliamo essere subito già così...senza sogni.
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
"Non c'è parola a cui non si accompagna fulmineamente un'immagine. Non c'è parola così astratta che non susciti in noi, contemporaneamente alla sua pronuncia o alla sua apparizione scritta, una qualche immagine".
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
La televisione è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci.
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Il problema è avere gli occhi e non saper vedere, non guardare le cose che accadono. Occhi chiusi. Occhi che non vedono più. Che non sono più curiosi. Che non si aspettano che accada più niente. Forse perchè non credono che la bellezza esista. Ma sul deserto delle nostre strade Lei passa, rompendo il finito limite e riempiendo i nostri occhi di infinito desiderio.
Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini
Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!
- Pier Paolo Pasolini, "Il caos", postumo ( 1979)
- Pier Paolo Pasolini, "Il caos", postumo ( 1979)
Pier Paolo Pasolini
La recessione, di Pier Paolo Pasolini
Rivedremo calzoni coi rattoppi
rossi tramonti sui borghi
vuoti di macchine
pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania
I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori
e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane
E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremo i grilli o i tuoni
e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino
L’aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno
E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi
con i vestiti grigi
e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d’amore
soltanto d’amore
Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde
nella curva di un fiume
nel cuore di un vecchio bosco di querce
crolleranno un poco per sera
muretto per muretto
lamiera per lamiera
E gli antichi palazzi
saranno come montagne di pietra
soli e chiusi com’erano una volta
E la sera sarà più nera della fine del mondo
e di notte sentiremo i grilli o i tuoni
L’aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno
ogni tanto come in un sogno
E i banditi avranno il viso di una volta
con i capelli corti sul collo
e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna
e saranno armati solo di un coltello
Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla
e ricorderà ciò che è stato il silenzio il mondo
e ciò che sarà.
Rivedremo calzoni coi rattoppi
rossi tramonti sui borghi
vuoti di macchine
pieni di povera gente che sarà tornata da Torino o dalla Germania
I vecchi saranno padroni dei loro muretti come poltrone di senatori
e i bambini sapranno che la minestra è poca e che cosa significa un pezzo di pane
E la sera sarà più nera della fine del mondo e di notte sentiremo i grilli o i tuoni
e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido tirerà fuori un mandolino
L’aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno ogni tanto come in un sogno
E città grandi come mondi saranno piene di gente che va a piedi
con i vestiti grigi
e dentro gli occhi una domanda che non è di soldi ma è solo d’amore
soltanto d’amore
Le piccole fabbriche sul più bello di un prato verde
nella curva di un fiume
nel cuore di un vecchio bosco di querce
crolleranno un poco per sera
muretto per muretto
lamiera per lamiera
E gli antichi palazzi
saranno come montagne di pietra
soli e chiusi com’erano una volta
E la sera sarà più nera della fine del mondo
e di notte sentiremo i grilli o i tuoni
L’aria saprà di stracci bagnati
tutto sarà lontano
treni e corriere passeranno
ogni tanto come in un sogno
E i banditi avranno il viso di una volta
con i capelli corti sul collo
e gli occhi di loro madre pieni del nero delle notti di luna
e saranno armati solo di un coltello
Lo zoccolo del cavallo toccherà la terra leggero come una farfalla
e ricorderà ciò che è stato il silenzio il mondo
e ciò che sarà.
Pier Paolo Pasolini
Noi siamo un paese senza memoria. Il che equivale a dire senza storia. L'Italia rimuove il suo passato prossimo, lo perde nell'oblio dell'etere televisivo, ne tiene solo i ricordi, i frammenti che potrebbero farle comodo per le sue contorsioni, per le sue conversioni. Ma l'Italia è un paese circolare, gattopardesco, in cui tutto cambia per restare com'è.
- Pier Paolo Pasolini
- Pier Paolo Pasolini
La grande bellezza, stasera alle 21.10 su Canale 5
Stasera, alle 21.10 su Canale 5 sarà trasmesso "La grande bellezza", film del 2013 diretto e sceneggiato da Paolo Sorrentino, vincitore del Premio Oscar 2014 come miglior film in lingua straniera, del Golden Globe 2014 come miglior film straniero, e dei BAFTA al miglior film 2014.
Auguri di buon compleanno a Khaled Hosseini!
Buon compleanno allo scrittore e medico di origine afgana Khaled Hosseini, nato a Kabul il 4 marzo 1965
Khaled Hosseini
"Una volta, quando ero molto piccolo, mi sono arrampicato su un albero e ho mangiato delle mele verdi, acerbe. La pancia mi si gonfiò e divenne dura come un tamburo. Mi faceva molto male. La mamma mi spiegò che se avessi aspettato che le mele fossero mature, non mi sarebbe successo niente. Così adesso, quando desidero molto qualcosa, penso alle mele".
- Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
- Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
Marguerite Duras
C'è una pazzia dello scrivere che si ha dentro, una pazzia, furiosa ma non è per questo che si è pazzi. Anzi.
- Marguerite Duras, "Scrivere"
- Marguerite Duras, "Scrivere"
Khaled Hosseini
Era solo un sorriso, niente di più. Una piccola cosa. Una fogliolina in un bosco che trema al battito d'ali di un uccello spaventato.
- Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
- Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
Giorgio Bassani
La vita sa confondere le sue tracce, e tutto del passato, può diventare materia di sogno, argomento di leggenda.
- Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi (1956)
- Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi (1956)
Giorgio Bassani (Bologna, 4 marzo 1916 – Roma, 13 aprile 2000)
La verità è che a furia di far collezioni, di cose, di piante, di tutto, si finisce a poco a poco col voler farle anche con le persone.
- Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi - Contini
- Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi - Contini
Giorgio Bassani (Bologna, 4 marzo 1916 – Roma, 13 aprile 2000)
Siamo dilettanti in tutto, ma non nel campo della vita morale. In questo campo sentiamo di non essere inferiori a nessuno, rivendichiamo la nostra competenza. Qui siamo altamente competenti.
- Giorgio Bassani, Italia da salvare
- Giorgio Bassani, Italia da salvare
"Il giardino dei Finzi - Contini", diretto da Vittorio De Sica
"Il giardino dei Finzi - Contini", diretto da Vittorio De Sica (1970)
RICONOSCIMENTI
- 1972 Premio Oscar
Miglior film straniero (Italia)
Nomination Migliore sceneggiatura a Ugo Pirro e Vittorio Bonicelli
- 1971 Festival di Berlino
Orso d'Oro a Vittorio De Sica
- 1971 David di Donatello
Miglior Film
David Speciale a Lino Capolicchio
- 1971 Nastro d'argento
Migliore attore non protagonista a Romolo Valli
Migliore scenografia a Giancarlo Bartolini Salimbeni
- 1971 Globo d'oro
Miglior attore rivelazione a Fabio Testi
RICONOSCIMENTI
- 1972 Premio Oscar
Miglior film straniero (Italia)
Nomination Migliore sceneggiatura a Ugo Pirro e Vittorio Bonicelli
- 1971 Festival di Berlino
Orso d'Oro a Vittorio De Sica
- 1971 David di Donatello
Miglior Film
David Speciale a Lino Capolicchio
- 1971 Nastro d'argento
Migliore attore non protagonista a Romolo Valli
Migliore scenografia a Giancarlo Bartolini Salimbeni
- 1971 Globo d'oro
Miglior attore rivelazione a Fabio Testi
"Il giardino dei Finzi Contini ", regia di Vittorio De Sica (1970)
"Il giardino dei Finzi - Contini", film del 1970 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall'omonimo romanzo di Giorgio Bassani.
Per il giardino è stato utilizzato quello di una villa presso Roma, la Villa Finzi - Contini invece è la villa Litta Bologini di Vedano al Lambro, comune della Brianza, adiacente al Parco di Monza.
L'ingresso del giardino nel film è veramente a Ferrara, in Corso Ercole I d'Este, vicino a dove l'aveva immaginato Bassani, ma in realtà si tratta dell'ingresso del Parco Pubblico Massari.
Gli altri esterni sono stati girati a Ferrara; da notare sono il Castello Estense e le mura cittadine, il Palazzo dei Diamanti, la Cattedrale di San Giorgio e anche alcune celebri vie.
(Direttore della fotografia: Ennio Guarnieri)
Per il giardino è stato utilizzato quello di una villa presso Roma, la Villa Finzi - Contini invece è la villa Litta Bologini di Vedano al Lambro, comune della Brianza, adiacente al Parco di Monza.
L'ingresso del giardino nel film è veramente a Ferrara, in Corso Ercole I d'Este, vicino a dove l'aveva immaginato Bassani, ma in realtà si tratta dell'ingresso del Parco Pubblico Massari.
Gli altri esterni sono stati girati a Ferrara; da notare sono il Castello Estense e le mura cittadine, il Palazzo dei Diamanti, la Cattedrale di San Giorgio e anche alcune celebri vie.
(Direttore della fotografia: Ennio Guarnieri)
Il giardino dei Finzi - Contini, Giorgio Bassani
"Potevo contare su Micòl, fuori: ci avrebbe pensato lei a rifornirmi di cibo e di tutto quanto avessi bisogno. E sarebbe venuta da me ogni giorno, scavalcando il muro di cinta del suo giardino, d'estate come d'inverno. E ogni giorno ci saremmo baciati, al buio: perchè io ero il suo uomo, e lei la mia donna".
- Il giardino dei Finzi - Contini, Giorgio Bassani
- Il giardino dei Finzi - Contini, Giorgio Bassani
Marguerite Duras
Lei dice che sono come se fossero imprigionati insieme in un libro e che, con la fine del libro, torneranno a dissolversi nella città, di nuovo separati.
- Marguerite Duras, Occhi blu capelli neri
- Marguerite Duras, Occhi blu capelli neri
Giorgio Bassani - Il giardino dei Finzi - Contini
"Chissà come nasce e perchè una vocazione alla solitudine".
- Il giardino dei Finzi - Contini, Giorgio Bassani
- Il giardino dei Finzi - Contini, Giorgio Bassani
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