sabato 28 gennaio 2017

Epistulae

Hannah,
ti saluto dalla “spiacevole distanza di tremila miglia” … l’abisso della nostalgia. Eppure ogni giorno sono felice che le cose siano così come sono. Ma molto spesso mi piacerebbe passare il pettine a cinque denti tra i tuoi capelli crespi, soprattutto quando la tua cara foto mi guarda dritto al cuore. Tu non sai che è lo stesso sguardo che brillava rivolto a me sulla cattedra – ah, era, è e rimane l’eternità, da lontano nella vicinanza.

Martin Heidegger a Hannah Arendt

Delitto e castigo

Ha ragione, non mi ama; ma non metta mai la mano sul fuoco quando si tratta dei rapporti fra una moglie e un marito o fra due amanti. C'è sempre un angolino che resta ignoto al mondo intero e che conoscono solo loro due.
— Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo

Gabriel García Márquez

"… e le baciai tutto il corpo sino a rimanere senza fiato: la spina dorsale, vertebra per vertebra, fino alle natiche languide, il lato del neo, quello del suo cuore inesauribile. A mano a mano che la baciavo aumentava il calore del suo corpo e sprigionava una fragranza selvatica. Lei mi rispose con vibrazioni nuove in ogni centimetro della sua pelle, e in ognuno trovai un calore diverso, un sapore proprio, un gemito nuovo, e lei tutta riecheggiò dentro con un arpeggio e i suoi capezzoli si aprirono a fiore senza che li avessi toccati."
— Gabriel García Márquez, Memoria delle mie puttane tristi

Umberto Galimberti

Che cos’è quel desiderarsi degli amanti, quel loro cercarsi e toccarsi se non un tentativo di violare i loro esseri nella speranza di accedere a quel vertice morale che è la comunicazione vera, al di là di quella finta comunicazione a cui ci obbliga la nostra cultura della funzionalità e dell’efficienza? Per essere davvero il controaltare della tecnica e della ragione strumentale che la governa, amore non può essere la ricerca di sé che passa attraverso la strumentalizzazione dell’altro, ma deve essere un’incondizionata consegna di sé all’alterità che incrina la nostra identità, non per evadere dalla nostra solitudine, né per fondersi con l’identità dell’altro, ma per aprirla a ciò che noi non siamo, al nulla di noi.
La passione d’amore è stata sostituita dalla patologia, e agli antichi poeti che cantavano le cose d’amore si sono sostituiti psicologi e sessuologi che perseguono non la composizione dell’uomo con il cosmo, ma la pura e semplice soddisfazione di quello che ancora chiamano desiderio, dimenticando che il desiderio, per quel che ancora le parole significano, rimanda alle stelle: de-sidera.
- Umberto Galimberti, Le cose dell’amore

mercoledì 25 gennaio 2017

Stasera in tv

Alle 21.10 su Canale5 sarà trasmesso" Storia di una ladra di libri (The Book Thief) ", film del 2013 diretto da Brian Percival, con protagonisti Sophie Nélisse, Geoffrey Rush ed Emily Watson.
La pellicola è la trasposizione cinematografica del romanzo Storia di una ladra di libri (pubblicato inizialmente in Italia col titolo La bambina che salvava i libri), scritto da Markus Zusak nel 2005.

Virginia Woolf

Dicendole, non si rovinano forse le cose?
—  Virginia Woolf

Giorgio Gaber



«E’ che l'amore è una parola strana: vola troppo. Andrebbe sostituita.
Non sarebbe meglio chiamarlo: «La cosa»? 
Potrebbe diventare più concreto.

All'inizio lei…io l'amavo. 
Sì, voglio dire avere quegli attimi intensissimi, che al momento sembra ti lascino dei segni profondi, importanti. 
Ma La cosa non è questo o meglio, non è solo questo. 
La cosa è trasformazione, percorso, crescita insieme… è’ un patto di sangue stipulato tra due persone e forse, prima ancora, dal destino.

La cosa… è l'amore. No, è un'altra qualità dell'amore. Una qualità che non rimpiange gli attimi perché diventa la vita. 
Non so se avrò mai la fortuna di farlo, questo patto, forse ci vorrebbe un uomo.

Cento volte ho provato a cambiare, a ricominciare da capo, a reincarnarmi ma mi sono sempre reincarnato… senza di me. 
Ecco, senza avere avuto una realtà, io passo evanescente tra i sogni di alcune donne che non hanno avuto la possibilità di completarmi.

Ci sarà senz'altro il modo di fare La cosa altrimenti il nostro destino è quello di essere delle scorze di uomini degli involucri, mai delle persone. 
Magari dei personaggi… 
Personaggi affascinanti, simpatici anche… 
Mai persone.

Ma se è così l'amore non sarà mai «materia», «terra», «cosa»… sarà sempre una parola che vola, una farfalla che ti si posa un attimo sulla testa e ti rende tanto più ridicolo quanto maggiore è la sua bellezza…»
Giorgio Gaber, « La cosa »