domenica 30 giugno 2024

Eugenio Montale

 Suonatina di pianoforte


Vieni qui, facciamo una poesia

che non sappia di nulla

e dica tutto lo stesso,

e sia come un rigagnolo di suoni

stentati

che si perde tra le sabbie

e vi muore con un gorgoglio sommesso;

facciamo una suonatina di pianoforte

alla Maurizio Ravel,

una musichetta incoerente

ma senza complicazioni,

che tanto credi proprio

a grattare nel fondo non c’è senso;

facciamo qualcosa di “genere leggero”.


Vieni qui, non c’è nemmeno bisogno

di disturbar la natura

co’i suoi seriosi paesaggi

e le pirotecniche astrali;

ne’ tireremo in ballo 

i grandi problemi eterni,

l'immortalità dello Spirito

od altrettanti garbugli;

diremo poche frasi comunali

senza grandi pretese,

da gente ormai classificata,

gente priva di “profondita’;

e se le parole ci mancheranno

noi strapperemo il filo del discorso

per svagarci


in un minuetto approssimativo

che si disciolga in arabeschi d’oro,

si rompa in una gran pioggia di lucciole

e dispaia lasciandoci negli occhi

un pullulare di stelle, un ossessione di luci.


Poi quando la suonatina languirà davvero

la finiremo come vuole la moda

senza perorazioni urlanti ed enfasi;

la finiremo, se ci parrà il caso,

nel momento in cui pare ricominciare

e il pubblico rimane con un palmo di naso.


La spegneremo come un lume, di colpo. Con un soffio.


Eugenio Montale



Giacomo Leopardi

 “Il piacere umano […] si può dire che è sempre futuro, non è se non futuro, consiste solo nel futuro. L'atto proprio del piacere non si dà. Io spero un piacere, e questa speranza in moltissimi casi si chiama piacere.”


Giacomo Leopardi, gennaio 1821 , Zibaldone




Pina Bausch

 《Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti, ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare. A questo punto comincia la danza》.


-Pina Bausch (Solingen, 27 luglio 1940 – Wuppertal, 30 giugno 2009)



sabato 29 giugno 2024

Jean Paul Sartre

 《L’importante non è ciò che hanno fatto di noi, ma ciò che facciamo noi stessi di ciò che hanno fatto di noi》.


Jean-Paul Sartre



Margherita Hack

 《L’astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell’universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. 


Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell’evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri》.


—   Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 – Trieste, 29 giugno 2013)



Oriana Fallaci

 "Cresci placidamente nel rumore degli altri, ricordati che la pace può esistere solo nel tuo silenzio, non ti arrendere mai, ma va' d'accordo con tutti. 

Esponi la tua verità in modo serio e tranquillo.

Ascolta il parere altrui con cuore aperto e liberamente anche se gli altri sono più stupidi e ignoranti di te".


"Niente e così sia", Oriana Fallaci




Oriana Fallaci

 《L’abitudine è la più infame delle malattie 

perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, 

qualsiasi dolore, qualsiasi morte. 

Per abitudine si vive accanto a persone odiose, 

si impara a portar le catene, a subir ingiustizie, 

a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.

L’abitudine è il più spietato dei veleni

perché entra in noi lentamente, silenziosamente,

cresce a poco a poco

nutrendosi della nostra inconsapevolezza

e quando scopriamo di averla addosso

ogni fibra di noi s’è adeguata,

ogni gesto s’è condizionato,

non esiste più medicina che possa guarirci》.


Oriana Fallaci