martedì 11 febbraio 2014
Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966)
Dopo la promozione all'Accademia di Belle Arti di Brera e un desiderato soggiorno a Parigi tra il 1890 e il 1900, il giovane Carlo Carrà, combattuto tra realismo e post- impressionismo, attraversa una fase di forte impronta simbolista, per una evidente ricerca di qualcosa di nuovo. Per questo aderisce con viva convinzione agli ideali del futurismo; nel 1910 contribuirà - con Boccioni, Russolo, Balla, Severini - alla stesura del Manifesto dei pittori futuristi, "Quel grido di baldanza e aperta ribellione, nel grigio cielo artistico del nostro paese, fece l'effetto di una scarica elettrica", scriveva nelle sue memorie.
Carrà giunge alla scelta futurista attraverso la maturazione di una analisi personale. E' quanto testimonia, con coinvolgente vigore, una tela risalente al 1910, intitolata "Le nuotatrici". Con questo dipinto Carrà supera il riferimento a soggetti spirituali o simbolisti e sceglie la rappresentazione del quotidiano e, in particolare, dello sforzo agonistico di alcune donne colte nell'affermazione del proprio valore sportivo ( una novità, per l'epoca).
Le novità tecniche sono ancora più significative: " Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi come vibrazioni nello spazio che percorrono".
I brevi segmenti che componevano alcune opere puntiniste del giovane studente si ampliano a formare lunghe strisce di colore separate. Come ha scritto Ester Coen, una delle più importanti studiose di Carrà, " sono strisce che si sviluppano secondo un percorso orizzontale, prolungando il senso della continuità spaziale e della durata, pur frammentando l'immagine in una ripetizione quasi meccanica".
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