Spalla come guancia – dico.
Non si capisce niente.
- Come? – chiede.
Ma non le importa nulla di quel che dico.
- Corsa come giugno – dico,
sempre nella fossetta.
Lei non capisce quello che faccio ma ne è contenta e ride.
E’ una cara ragazza.
- Mare come arrivo – dico, poi tolgo la bocca dalla fossetta e ci poso sopra l’orecchio per sentire l’eco.
Non si sente che il suo respiro e, lontano e sepolto,
il cuore.
- Cuore come treno – dico.
(Italo Calvino, "Prima che tu dica pronto")
sabato 19 settembre 2015
Italo Calvino
Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va.
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…
(Italo Calvino, Saggi)
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va.
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…
(Italo Calvino, Saggi)
Italo Calvino
Viviamo in un paese dove si verificano sempre le cause e non gli effetti.
(Italo Calvino, Il barone rampante, 1957)
(Italo Calvino, Il barone rampante, 1957)
Italo Calvino
Ognuno può coltivare la sua malinconia solo quando è lontano da casa, allora capisce dove stanno le sue radici
– Italo Calvino
– Italo Calvino
Italo Calvino
“Non si meravigli se mi vede sempre vagare con gli occhi. In effetti questo è il mio modo di leggere,ed è solo così che la lettura mi riesce fruttuosa. Se un libro mi interessa veramente, non riesco a seguirlo per più di poche righe senza che la mia mente, captato un pensiero che il testo le propone, o un sentimento, o un interrogativo, o un’immagine, non parta per la tangente e rimbalzi di pensiero in pensiero, d’immagine in immagine, in un itinerario di ragionamenti e fantasie che sento il bisogno di percorrere fino in fondo, allontanandomi dal libro fino al perderlo di vista.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979 —
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979 —
Italo Calvino
“Lettrice, ora sei letta. Il tuo corpo viene sottoposto a una lettura sistematica, attraverso canali d’informazione tattili, visivi, dell’olfatto, e non senza interventi delle papille gustative. Anche l’udito ha la sua parte, attento ai tuoi ansiti e ai tuoi trilli. Non solo il corpo è in te oggetto di lettura: il corpo conta in quanto parte d’un insieme d’elementi complicati, non tutti visibili e non tutti presenti ma che si manifestano in avvenimenti visibili e immediati: l’annuvolarsi dei tuoi occhi, il ridere, le parole che dici, il modo di raccogliere e spargere i capelli, il tuo prendere l’iniziativa e il tuo ritrarti, e tutti i segni che stanno sul confine tra te e gli usi e i costumi e la memoria e la preistoria e la moda, tutti i codici, tutti i poveri alfabeti attraverso i quali un essere umano crede in certi momenti di star leggendo un altro essere umano.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
Italo Calvino
“Ho bisogno che lui sappia che io sto correndo verso di lui, ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lui sta correndo verso di me.”
Gli amori difficili, Italo Calvino
Gli amori difficili, Italo Calvino
Italo Calvino
“E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo.”
— Italo Calvino - Gli amori difficili (1971)
— Italo Calvino - Gli amori difficili (1971)
Italo Calvino
Forse tutto sta a sapere quali parole pronunciare, quali gesti compiere, e in quale ordine e ritmo, oppure basta lo sguardo la risposta il cenno di qualcuno, basta che qualcuno faccia qualcosa per il solo piacere di farlo, e perché il suo piacere diventi piacere altrui: in quel momento tutti gli spazi cambiano, le altezze, le distanze, la città si trasforma, diventa cristallina, trasparente come una libellula. Ma bisogna che tutto capiti come per caso, senza dargli troppa importanza, senza la pretesa di star compiendo una operazione decisiva.
Italo Calvino, Le città invisibili
Italo Calvino, Le città invisibili
Italo Calvino
“Ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia, e così non c’è differenza fra l’atto di scegliere e quello di rinunciare.”
— Calvino - “Storia dell’indeciso” in La taverna dei destini incrociati.
— Calvino - “Storia dell’indeciso” in La taverna dei destini incrociati.
Italo Calvino
“Sei uno che per principio non s’aspetta più niente da niente. Ci sono tanti, più giovani di te o meno giovani, che vivono in attesa d’esperienze straordinarie; dai libri, dalle persone, dai viaggi, dagli avvenimenti, da quello che il domani tiene in serbo. Tu no. Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
Italo Calvino
“A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro, verresti?”
— Italo Calvino, Amore lontano da casa
— Italo Calvino, Amore lontano da casa