“Allora…ammettiamo che un bambino crescesse in una casa con due mamme o due papá, ammettiamo che quelle due persone siano due bravi genitori, e che il bambino non avendo parametri esterni stia crescendo felice e sereno. Dove nasce il problema?Nascerá quando sará fuori dalla protezione della casa, quando si rapporterá con gli altri. Ma se fuori da quella casa la gente si comportasse in maniera normale, se i compagni di scuola, figli di coppie tradizionali in casa loro sentissero parole di rispetto e non di scherno verso le diversitá, se certa politica smettesse questo gioco pericoloso di mettere i cittadini gli uni contro gli altri e si mettessero in mente che governare é una cosa seria e non un’arena dove vomitare le proprie frustazioni e i propri intrallazzi. Queste “diversitá” smetterebbero di essere tali. É la mentalitá della gente che deve cambiare. In molti paesi d’Europa nessuno si stupisce piú se una coppia gay cresce un figlio, anche i Brasile, che fino a ieri era considerato terzo mondo oggi hanno una legge che stabilisce che una coppia gay possa adottare, e qualcuna mi é capitata di incontrarla, vi assicuro che quei bambini sono come tutti gli altri. Ho letto dei commenti terribili dai quali trasudava astio, pregiudizio, odio, ma soprattutto una grande ignoranza. Eppure non sarebbe poi cosí difficile vivere in pace, é sicuramente meno faticoso. Essere gay é un’invenzione della societá che deve etichettare e incasellare tutto, per controllare meglio. I gay non esistono, esistono gli esseri umani. Sant’Agostino diceva: Ama e fai quel che vuoi. Ma per molti rimarranno…parole al vento.”
— Fiorella Mannoia
sabato 4 aprile 2015
Rimmel
E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte
mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro è un trucco.
E un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Santa voglia di vivere
e dolce Venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava
sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona
e quando io, senza capire, ho detto sì.
Hai detto “E’ tutto quel che hai di me”.
È tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Francesco De Gregori, Rimmel
fra le pagine chiare e le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte
mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro è un trucco.
E un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Santa voglia di vivere
e dolce Venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava
sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona
e quando io, senza capire, ho detto sì.
Hai detto “E’ tutto quel che hai di me”.
È tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Francesco De Gregori, Rimmel