venerdì 14 febbraio 2014
Storie d'amore
Erano passati quasi vent' anni da quando si erano lasciati. Alain Delon venne avvertito della morte improvvisa di Romy e si precipitò da lei. Non le aveva mai scritto una lettera. Quel giorno volle restare per diverse ore da solo con la donna che aveva sempre amato (anche se avevano vissuto assieme solo cinque anni). Le scrisse :"Ti guardo dormire. Sono accanto a te, sei vestita di una lunga tunica nera e rossa, ricamata sul petto. Sono fiori, credo, ma non li guardo. Ti dico addio, il più lungo degli addii, mia Puppelé . È così che ti chiamavo, "Piccola bambola" in tedesco. Non guardo i fiori ma il tuo viso e penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita - e nella tua - ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce"
"Il compleanno" di Marc Chagall
“Non ti muovere. Resta ferma dove sei…”.
Ho ancora i fiori tra le mani. Non so dove metterli. Vorrei immergerli nell’acqua. Potrebbero appassire. Ma, ben presto, me ne dimentico.
Ti sei gettato sulla tela, che trema fra le tue mani. Premi i colori dai tubetti e intingi i pennelli: rosso, bianco, nero, blu. E mi trascini nel torrente dei colori. Ad un tratto, mi sollevi da terra, e tu stesso prendi slancio con un piede, come se la stanzetta fosse troppo angusta per te. T’innalzi e ti distendi, fluttuando fino al soffitto. La tua testa gira intorno alla mia. Sfiori le mie orecchie sussurrando qualcosa…
Ascolto la melodia della tua voce dolce e grave. Perfino nei tuoi occhi intendo quel canto e tutti e due insieme, lentamente, ci solleviamo sulla camera adorna e ci involiamo. Arriviamo alla finestra e vogliamo attraversarla.
Fuori ci chiamano le nuvole e il cielo blu. I muri con tutti i miei scialli variopinti girano intorno a noi e ci fanno girare la testa. Ora voliamo abbracciati nel cielo e i campi di fiori, le case, i tetti, i cortili e la chiese sembrano galleggiare sotto di noi…
“Ti piace il mio quadro?”. Ecco che torni improvvisamente sulla terra.
Guardi la tua tela, mi guardi. Ti allontani dal cavalletto, ti riavvicini.
“C’è ancora molto da fare? Non potresti lasciarlo così? Dove puoi ancora ritoccarlo?”. Parli con te stesso. Aspetti e hai paura di ciò che andrò a dire.
“Oh! È bello. È bello come ti sei involato… Lo chiameremo ‘Il Compleanno’!”.
Il tuo cuore si placa.
“Tornerai domani? Prenderò un’altra tela e ci involeremo…”.
Bella Chagall, nel Diario sentimentale, descrive la genesi del dipinto ‘Il Compleanno’ di Marc Chagall
Ho ancora i fiori tra le mani. Non so dove metterli. Vorrei immergerli nell’acqua. Potrebbero appassire. Ma, ben presto, me ne dimentico.
Ti sei gettato sulla tela, che trema fra le tue mani. Premi i colori dai tubetti e intingi i pennelli: rosso, bianco, nero, blu. E mi trascini nel torrente dei colori. Ad un tratto, mi sollevi da terra, e tu stesso prendi slancio con un piede, come se la stanzetta fosse troppo angusta per te. T’innalzi e ti distendi, fluttuando fino al soffitto. La tua testa gira intorno alla mia. Sfiori le mie orecchie sussurrando qualcosa…
Ascolto la melodia della tua voce dolce e grave. Perfino nei tuoi occhi intendo quel canto e tutti e due insieme, lentamente, ci solleviamo sulla camera adorna e ci involiamo. Arriviamo alla finestra e vogliamo attraversarla.
Fuori ci chiamano le nuvole e il cielo blu. I muri con tutti i miei scialli variopinti girano intorno a noi e ci fanno girare la testa. Ora voliamo abbracciati nel cielo e i campi di fiori, le case, i tetti, i cortili e la chiese sembrano galleggiare sotto di noi…
“Ti piace il mio quadro?”. Ecco che torni improvvisamente sulla terra.
Guardi la tua tela, mi guardi. Ti allontani dal cavalletto, ti riavvicini.
“C’è ancora molto da fare? Non potresti lasciarlo così? Dove puoi ancora ritoccarlo?”. Parli con te stesso. Aspetti e hai paura di ciò che andrò a dire.
“Oh! È bello. È bello come ti sei involato… Lo chiameremo ‘Il Compleanno’!”.
Il tuo cuore si placa.
“Tornerai domani? Prenderò un’altra tela e ci involeremo…”.
Bella Chagall, nel Diario sentimentale, descrive la genesi del dipinto ‘Il Compleanno’ di Marc Chagall
Storie d'amore
"Ha una bella nuca, potrebbe fare del cinema". Così disse, nel 1957, Michelangelo Antonioni dalla cabina di regia, il giorno in cui conobbe l'attrice Monica Vitti mentre lei stava doppiando Dorian Gray ne "Il grido".
Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere
Un rapporto di coppia è come un giardino, Per crescere rigoglioso deve essere annaffiato regolarmente. Ha bisogno di cure particolari a seconda della stagione e del clima. Bisogna deporre i semi ed estirpare le erbacce. In modo analogo, per mantenere viva la magia dell’amore è necessario che ne comprendiamo le stagioni e dedichiamo cure adeguate alle speciali necessità dell’amore stesso.
(John Gray, “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”)
(John Gray, “Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere”)
Jules et Jim
Il loro primo bacio durò tutta la notte...
(Da "Jules et Jim", film del 1962 diretto da Francois Truffaut)
L'amore secondo Troisi
"L'amore credo sia quel sentimento che riesce ad uscire indenne dal tempo che passa, che riesce a durare, che vince la stanchezza, la noia, i dolori, le rotture di scatole. Ma bisogna attendere tanto prima di riconoscerlo. Si può dire solo a posteriori se uno ha davvero amato, perchè mentre si ama non lo si capisce".
- Massimo Troisi
- Massimo Troisi
Odi et amo
Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile;
non so, ma è proprio così, e mi tormento.
(Catullo, carme 85. Traduzione di Salvatore Quasimodo)
Erri de Luca - E disse
Ricorda la prima notte dei nostri primi due, si mischiava l’amore allo spavento, la risposta insieme alla domanda. Erano nudi, si protessero abbracciandosi i corpi, la testa nella spalla dell’altro nell’incavo accogliente tra la scapola e il collo. Scoprivano l’incastro che permette a due corpi di fare l’unità. Fu la prima scoperta della conoscenza, senza la distinzione ancora del bene e del male. Quella prima notte profumava di creato spento. L’amore accelerava l’esperienza, faceva succedere tutto in una notte. E che notte, la prima: non erano stati bambini, l’amore fu il primo dei giochi. Mentre si strofinavano felici si urtarono le labbra. Stupiti si scansarono, poi le riaccostarono. Si chiusero gli occhi da soli, la vista e tutti i sensi accorsero alla bocca. Nacque per accidente allegro il primo bacio. Al termine del gioco erano arrivati al bacio mille.
Erri de Luca - E disse
Erri de Luca - E disse
L'amore secondo Anais Nin
L'amore è abbastanza grande da includere una frase letta in un libro, la linea di un collo visto e desiderato tra la folla, un viso amato e desiderato visto al finestrino di un metrò che sfreccia via. E' grande abbastanza da includere un amore passato, un amore futuro, un film, un viaggio, la scena di un sogno, un'allucinazione, una visione.
- Anais Nin
- Anais Nin
"L'arte tocca i cuori", iniziativa dell'Assessorato alla Cultura del comune di Roma
Oggi, 14 febbraio, le coppie di innamorati potranno visitare il Sistema Museale di Roma Capitale usufruendo di due ingressi al costo di un solo biglietto.
Ecco i musei coinvolti nell'iniziativa: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo dell'Ara Pacis, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo delle Mura, Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Museo di Roma, Museo Napoleonico, Galleria d' Arte Moderna, il MACRO, Museo Carlo Bilotti, Museo Pietra Canonica, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia e Museo Civico di Zoologia.
Ecco i musei coinvolti nell'iniziativa: Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo dell'Ara Pacis, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo delle Mura, Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Museo di Roma, Museo Napoleonico, Galleria d' Arte Moderna, il MACRO, Museo Carlo Bilotti, Museo Pietra Canonica, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia e Museo Civico di Zoologia.
Storie d'amore
Anaïs, sei stata tu a dare il via allo scorrere della linfa. Non sono più responsabile di ciò che dico e che faccio. Ascolta, riceverai la lettera e forse ne resterai delusa. È un così piccolo frammento di quello che avrei da dirti, e ancora mi manca il coraggio che dovrei avere. Perché, accidenti, perché? Tu mi hai dato il permesso. Ma te l’aspetti tutto quello che ho da dirti? Mi hai letto tutti i tuoi appunti – sì, sì c’è differenza fra ciò che dico e ciò che faccio, diciamo che c’era. Anaïs, vengo di continuo interrotto. Cercherò di continuare a casa. La gente intorno si incuriosisce del fatto che molto spesso io sia qui intento a scrivere. Pensano che io sia uno che va in cerca di punizioni. Mi chiedono perché non me ne vado a casa. Anaïs, potrei restare qui tutta la notte a scriverti. Ti ho continuamente davanti agli occhi, il capo chino, le lunghe ciglia abbassate. E mi sento umilissimo. Non capisco perché tu abbia dovuto scegliere me, non riesco a venirne a capo. Ma non ho voglia di andare troppo a fondo. Mi hai messo il fuoco dentro e adesso non potrò più essere quello che ero, semplicemente tuo amico. Ma sono mai stato soltanto tale? Ho l’impressione che fin dal primissimo inizio, da quando ho aperto l’uscio e mi hai porto sorridendo la mano, io sono rimasto preso, ero tuo. Anche June l’ha avvertito. Ha detto subito che eri innamorata di me o che io lo ero di te. Ma per quanto mi riguardava non ignoravo che fosse amore. Parlavo di te con calore, senza riserve. Henry
Henry Miller a Anaïs Nin
Henry Miller a Anaïs Nin
Storie d'amore
Yalta, 26 aprile 1901
Cara Olguccia!
Io arriverò i primi giorni di maggio. Non appena ricevi il telegramma, va' subito all'albergo « Dresden » e informati se è libera la stanza n. 45 cioè, in altre parole, fissa una qualsiasi stanzuccia a buon mercato...
Se mi dai parola che non ci sarà a Mosca anima viva che sappia del nostro matrimonio, finché non avrà avuto luogo, allora ti sposo il giorno stesso del mio arrivo. Non so perché, ho una paura terribile degli sposalizi, delle congratulazioni, dello champagne che bisogna tenere in mano e nello stesso tempo sorridere con aria vaga. Dalla chiesa vorrei andare non a casa, ma partire direttamente per Zvenigorod. Oppure sposarci a Zvenigorod. Pensaci, pensaci, tesoro! Sei ben una donna giudiziosa tu, dicono.
A Yalta il tempo è piuttosto lurido. Vento furioso. Le rose fioriscono, ma poco; ma più in là avranno una ricca fioritura. I giaggioli sono splendidi.
Ho tutto in ordine, tutto, all'infuori d'una sciocchezzuola: la salute...
T'abbraccio, Olguccia.
Antòn Cechov
Cara Olguccia!
Io arriverò i primi giorni di maggio. Non appena ricevi il telegramma, va' subito all'albergo « Dresden » e informati se è libera la stanza n. 45 cioè, in altre parole, fissa una qualsiasi stanzuccia a buon mercato...
Se mi dai parola che non ci sarà a Mosca anima viva che sappia del nostro matrimonio, finché non avrà avuto luogo, allora ti sposo il giorno stesso del mio arrivo. Non so perché, ho una paura terribile degli sposalizi, delle congratulazioni, dello champagne che bisogna tenere in mano e nello stesso tempo sorridere con aria vaga. Dalla chiesa vorrei andare non a casa, ma partire direttamente per Zvenigorod. Oppure sposarci a Zvenigorod. Pensaci, pensaci, tesoro! Sei ben una donna giudiziosa tu, dicono.
A Yalta il tempo è piuttosto lurido. Vento furioso. Le rose fioriscono, ma poco; ma più in là avranno una ricca fioritura. I giaggioli sono splendidi.
Ho tutto in ordine, tutto, all'infuori d'una sciocchezzuola: la salute...
T'abbraccio, Olguccia.
Antòn Cechov
Storie d'amore
"La mia vita non appartiene a me solo. Voi siete sempre me, l'essere stesso del mio essere, il cuore del mio cuore".
(Jean Paul Sartre in una lettera a Simone de Beauvoir)
(Jean Paul Sartre in una lettera a Simone de Beauvoir)
Storie d'amore
"Dino, provo qualcosa di tanto forte che non so come lo reggerò...Sei tu che mi squassi così? Che cosa m'hai messo nelle vene? E sempre ho negli occhi quella strada col sole, il primo mattino, le fonti dove m'hai fatto bere, la terra che si mescolava ai nostri baci, quell'abbraccio profondo della luce. Dove sei, che mi sento così strappata a me stessa? Mi chiami, o m'hai dimenticata? Oh ti voglio, non ti lascerò ad altri, non sarò d'altri, per la mia vita ti voglio e per la mia morte, Dino, dopo questo non si può esser più nulla, oh, sapere che anche tu lo senti, che rantoli anche tu così....
Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo.
Dimmi che mi manca così il respiro perchè mi chiami, perchè mi vuoi...
- Sibilla Aleramo a Dino Campana, "Un viaggio chiamato amore"
Mi aspetti, dimmi, mi aspetti, vero? Saremo soli sulla terra. Bruceremo. Hai visto che siamo vergini, che qualcosa non ci fu mai strappato? Per noi. Più a fondo, ci mescoleremo allo spazio, prendimi, tiemmi, io non ti lascio, bruceremo.
Dimmi che mi manca così il respiro perchè mi chiami, perchè mi vuoi...
- Sibilla Aleramo a Dino Campana, "Un viaggio chiamato amore"
Storie d'amore
Nilde Iotti, in un momento di particolare sconforto, gli scrisse: "Forse è bene troncare il nostro rapporto perchè i problemi che esso crea sono tanti e troppo grandi". Ma Palmiro Togliatti tagliò corto, via lettera: "Non ti lascio nemmeno per il partito"
Storie d'amore
"Al primo incontro, mi bastò un suo sguardo per amarla profondamente i successivi trentacinque anni"
( Marc Chagall, parlando di sua moglie Bella Rosenfeld)
( Marc Chagall, parlando di sua moglie Bella Rosenfeld)