martedì 18 luglio 2017

Storie d'amore

Ho avuto per Franca un amore assoluto, sconfinato, traboccante. Ricordo quando ebbe un incidente stradale, doveva dormire su una superficie rigida e si sdraiava sul pavimento perché sul letto non riusciva a stare. E io andavo a sistemarmi vicino a lei per terra.
—  Dario Fo

Beat generation

- Ma perché sei così disperato? Cosa vuoi, cosa cerchi?
- Voglio che Dio.. mi mostri il suo volto.
— Fernanda Pivano intervista Jack Kerouac

Beat generation

Ezra Pound, Allen Ginsberg e Fernanda Pivano La Gritta American Bar, Portofino, settembre 1967. (c. Ettore Sottsass)

Fernanda Pivano

E il suo modo di bere se deve assomigliare a qualcosa assomiglia più a quello della Generazione Perduta che a quello della generazione Beat.
— Fernanda Pivano a Charles Bukowski

Antologia di Spoon River

Dio! Non chiedermi di elencare le tue meraviglie.
 Ti riconosco le stelle e i soli
 e i mondi innumerevoli.
Ma ho misurato le loro distanze
e li ho pesati e ho scoperto la loro materia.
Ho inventato ali per l’aria,
 e chiglie per l’acqua,
 e cavalli di ferro per la terra.
Ho accresciuto milioni di volte la vista che tu mi desti,
 e l’udito che mi desti, milioni di volte;
 ho valicato lo spazio con la parola,
e preso dall’aria il fuoco per farne luce.
 Ho costruito grandi città e perforato colline,
 e gettato ponti su acque maestose.
 Ho scritto l’Iliade e l’Amleto;
ho esplorato i tuoi misteri,
e ti ho cercato senza posa,
e ti ho ritrovato dopo averti perduto
in ore di stanchezza –
e ti chiedo:
ti piacerebbe creare un sole
e l’indomani avere i vermi
che ti brulicano in mezzo alle dita?
— E. L. Masters, “Antologia di Spoon River”
Traduzione di Fernanda Pivano

Fernanda Pivano

Donarsi vuol dire rispettare sé stessi, anzitutto, cioè passare la giornata a crescere le proprie forze, il proprio valore, la propria anima e cultura per farle servire a qualcosa. Donarsi vuol dire non aver tempo di guardare al passato e quindi non compiangersi. Mi fa ridere coi Suoi 26 anni. Si può cominciare a 40.
— Cesare Pavese a Fernanda Pivano (dalle Lettere 1924-1944)

Fernanda Pivano

Inutile dire che ero sempre promossa, sicché non avevo il problema degli esami a settembre, come si diceva allora. Ma un anno..
Un anno dopo che la mia famiglia si era trasferita a Torino, quando andai al  Liceo d'Azeglio a vedere il "cartellone" che precedeva la maturità classica vidi, senza credere ai miei occhi, che mi avevano dato tre alla prova scritta d'italiano, il che significava allora ridare a settembre gli esami di tutte le materie. Uno dei miei compagni di classe era Primo Levi e anche lui guardò sbalordito il cartellone che gli assegnava lo stesso responso.
Era davvero un'avventura. Nostro professore d'italiano era Cesare Pavese che ci giudicava quasi sempre con voti molto lusinghieri e aveva molta fiducia, fino a imbarazzarci, nei nostri componimenti. 
Levi e io ci guardammo senza parole. Poi gli chiesi: "Ma cosa è successo?Hai fatto un tema antifascista?".
- Fernanda Pivano, "Viaggio Americano"