venerdì 14 aprile 2017

Simone De Beauvoir

[…] Per innamorarti devi incontrare un oggetto seducente. Ciò che è seducente è diverso -naturalmente- per ogni individuo. […] Ciò che ti aspetti dalla persona amata dipende dalla tua infanzia, dal tuo passato, dai tuoi progetti, dall’intero contesto della tua vita. Puoi cercare qualcosa di molto specifico: un padre, un bambino, un’anima gemella; la sicurezza, la verità; un’immagine esaltata di te stessa. O il tuo bisogno può essere ambiguo, indefinito o addirittura infinito. Puoi volere qualcos’altro, qualsiasi cosa purché tu non l’abbia.
Simone De Beauvoir, “What Love is and isn’t"

Simone de Beauvoir

"Non comprendiamo mai gli amori degli altri."
— Simone de Beauvoir,  Una donna spezzata, 1967

Simone de Beauvoir

"Parlavamo di una quantità di cose, ma in particolare di un argomento che m'interessava sopra tutti: me stessa."
— Simone de Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene

giovedì 13 aprile 2017

Vinicio Capossela

Le anime si incontrano per caso, per curiosità, per determinazione. 
In tutti i casi, l’incontro ha sempre del miracolo. 
Nella coincidenza, la componente magica è più evidente, 
ma decidere, partire, muoversi a tempo, 
fino a trovarsi nel luogo dove la cosa sta accadendo 
è miracoloso come la costruzione di tutte le cose immaginate. 
Vinicio Capossela

Samuel Beckett

Nuovamente dicendo
se non m'insegni non imparerò
nuovamente dicendo ecco vi è un'ultima volta
persino per le ultime volte ultime volte per mendicare
ultime volte per amare
per sapere di non sapere fingere
un'ultima anche per le ultime volte
di dire se non m'ami
non sarò amato se non amo te
non amerò
la zangola di parole stantie nuovamente nel cuore
amore amore amore
tonfo del vecchio pistone a pestare
l'inalterabile
siero di parole
Nuovamente atterrito
di non amare
di amare e non te
di essere amato e non da te
di sapere di non sapere fingere
fingere
io e tutti quegli altri che ti ameranno
se ti amano
sempre che ti amino.

Samuel Beckett

Giorgio Bassani

La letteratura è qualcosa che si sente alla prima cucchiaiata.
—  Giorgio Bassani

Giorgio Bassani

 Lo intuiva benissimo: per me, non meno che per lei, più del presente contava il passato, più del possesso il ricordarsene. Di fronte alla memoria, ogni possesso non può apparire che delusivo, banale insufficiente… Come mi capiva! La mia ansia che il presente diventasse «subito» passato perché potessi amarlo e vagheggiarlo a mio agio era anche sua, tale e quale. Era il «nostro» vizio, questo: d'andare avanti con le teste sempre voltate all'indietro. 
Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi - Contini