giovedì 10 aprile 2014

Film stasera in tv

Stasera alle 21.05 su Rai 3 sarà trasmesso "A Dangerous Method", film biografico del 2011 diretto da David Cronenberg. La sceneggiatura è curata da Christopher Hampton, che ha basato per il grande schermo un suo lavoro teatrale del 2002, a sua volta basato sul libro di John Kerr "Un metodo molto pericoloso", del 1993. Il film, ambientato tra Zurigo e Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, si basa sui rapporti turbolenti tra lo psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud, il loro collega Otto Gross e Sabina Spielrein, una donna bella e tormentata, che si frappone tra loro.



Wisława Szymborska

Ogni sapere da cui non scaturiscono nuove domande, diventa in breve morto, perde la temperatura che favorisce la vita. Nei casi più estremi, come ben ci insegna la storia antica e contemporanea, può addirittura essere un pericolo mortale per la società.
Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto “non so”, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta “non so” sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva “non so” e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.

Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d'una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un'altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”...
Wisława Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996

Gabriela Mistral


Educare è equipaggiare il motore di una barca...
Serve prendere le misure, pesare, equilibrare...
e mettere tutto in funzione.
Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano.
Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane.
Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
Gabriela Mistral, nel 1945 fu la prima donna sudamericana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, cosa che l'accomuna ulteriormente ad un altro poeta cileno, Pablo Neruda, dato che già un altro legame esiste tra lei e quest'ultimo, e cioè quello di averlo spinto, proprio in qualità di sua insegnante, ad intraprendere la carriera artistica.




Hermann Hesse

Ho imparato a essere felice là dove sono. Ho imparato che ogni momento di ogni singolo giorno racchiude tutta la gioia, tutta la pace, tutti i fili di quella trama che chiamiamo vita. Il significato è riposto in ogni istante, non c'è un altro modo per trovarlo. Percepiamo solo e soltanto ciò che permettiamo a noi stessi di percepire, tutti i giorni, un istante dopo l'altro.
Hermann Hesse








Anaïs Nin

"Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche ad un isolato, mi faccia tremare. E' così che voglio innamorarmi, così totalmente che il solo pensiero di lui mi porti all'orgasmo".
Anaïs Nin

Auguri, Casco d'oro!

Auguri di buon compleanno a Caterina Caselli, nata a Modena il 10 aprile 1946


Nilde Iotti

E' necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci e non combattere ciò che è diverso, che è "altro" da noi.
- Nilde Iotti