martedì 11 febbraio 2014

Elio Vittorini (Siracusa, 23 luglio 1908 – Milano, 12 febbraio 1966)

"Ma io non so parlare, non so parlare, non so essere in compagnia che quando sono a un tavolo, cioè solo...Anzi non posso addirittura pensare che così, scrivendo: e non posso cambiare che attraverso l'atto di scrivere. Si capisce, mi è necessario ascoltare, ma poi mi è necessario essere solo a un tavolo per avere le mie reazioni, e accettare o respingere o semplicemente dubitare".
- Elio Vittorini, lettera a Mario Socrate ( inizio 1948)

Leggere è un lusso, una passione, un vizio e un piacere

"Leggere letteratura, filosofia e scienza, se non lo si fa per professione, è un lusso, una passione virtuosa o leggermente perversa; un vizio che la società non censura; è sia un piacere che un proposito di automiglioramento. Richiede un certo grado e capacità di introversione concentrata. E' un modo per uscire da sé e dall'ambiente circostante, ma anche un modo per frequentare più consapevolmente se stessi e il proprio ordine e disordine mentale".
- Alfonso Berardinelli, "Tutti i pericoli della lettura" su Domenica de Il sole 24 Ore




"Felice chi è diverso" di Gianni Amelio alla Berlinale

"Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune".
-Sandro Penna

Il regista calabrese Gianni Amelio ha presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Berlino 2014  la sua nuova opera, "Felice chi è diverso", film prodotto da Luce Cinecittà, nelle sale dal 6 marzo.
"L'atto più difficile è imparare ad essere individui che sanno amare. L'intenzione di questo film - spiega il regista - era fare un resoconto sul come l'omosessualità è vista dai media italiani. Pensavo che la censura più forte ci fosse stata nel periodo fascista, in base al principio del fare tutto purchè non se ne parli, e invece ho scoperto che è durata molto di più, almeno fino agli Anni Settanta. La verità venuta alla luce è che abbiamo tutti gli stessi problemi. Se parliamo di affettività, allora siamo uguali e dobbiamo partire da questo per capirci".






Ritrovati altri 60 capolavori nel tesoro di Hitler

Il "tesoro nazista" di Cornelius Gurlitt, nella cui casa di Monaco erano state ritrovate oltre un migliaio di opere d'arte  saccheggiate dai nazisti  e raccolte dal padre durante la seconda guerra mondiale (almeno cinquecentonovanta di queste potrebbero essere di proprietà di famiglie ebree espropriate) è ancora più ampio di quanto si immaginasse fino ad oggi: un suo portavoce ha dichiarato che nella sua residenza di Salisburgo erano nascosti altri sessanta capolavori, fra questi ci sono dipinti di Claude Monet, Pablo Picasso e Pierre - Auguste Renoir. I sessanta pezzi sono stati visionati e messi in sicurezza sotto la supervisione di Christoph Edel, legale nominato dal tribunale tedesco.





Addio, riccioli d'oro..

E' morta nella sua casa in California, all'età di 86 anni,  Shirley Temple, la "Riccioli d'oro" del cinema.


Il cast di "Monuments Men"in visita al cenacolo di Leonardo

"L'arte soffre per la crisi ma va protetta"
George Clooney

Ieri , 10 febbraio, George Clooney e il cast di "Monuments Men" erano a Milano per la première del film, presentato al cinema UCi di Pioltello.
Nella foto, opera di Gianmarco Chieregato, i "monuments men" immortalati davanti al meraviglioso cenacolo di Leonardo da Vinci a Santa Maria delle Grazie.


Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966)


Dopo la promozione all'Accademia di Belle Arti di Brera e un desiderato soggiorno a Parigi tra il 1890 e il 1900, il giovane Carlo Carrà, combattuto tra realismo e post- impressionismo, attraversa una fase di forte impronta simbolista, per una evidente ricerca di qualcosa di nuovo. Per questo aderisce con viva convinzione agli ideali del futurismo; nel 1910 contribuirà - con Boccioni, Russolo, Balla, Severini - alla stesura del Manifesto dei pittori futuristi, "Quel grido di baldanza e aperta ribellione, nel grigio cielo artistico del nostro paese, fece l'effetto di una scarica elettrica", scriveva nelle sue memorie. 
Carrà giunge alla scelta futurista attraverso la maturazione di una analisi personale. E' quanto testimonia, con coinvolgente vigore, una tela risalente al 1910, intitolata "Le nuotatrici". Con questo dipinto Carrà supera il riferimento a soggetti spirituali o simbolisti e sceglie la rappresentazione del quotidiano e, in particolare, dello sforzo agonistico di alcune donne colte nell'affermazione del proprio valore sportivo ( una novità, per l'epoca).
Le novità tecniche sono ancora più significative: " Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente. Per la persistenza della immagine nella retina, le cose in movimento si moltiplicano, si deformano, susseguendosi come vibrazioni nello spazio che percorrono".
I brevi segmenti che componevano alcune opere puntiniste del giovane studente si ampliano a formare lunghe strisce di colore separate. Come ha scritto Ester Coen, una delle più importanti studiose di Carrà, " sono strisce che si sviluppano secondo un percorso orizzontale, prolungando il senso della continuità spaziale e della durata, pur frammentando l'immagine in una ripetizione quasi meccanica".