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domenica 26 aprile 2020

Josè Saramago

Perché le parole hanno cessato di comunicare. Ogni parola è detta perché non se ne oda un’altra. La parola, anche quando non afferma, si afferma. La parola non risponde, né domanda: accumula. La parola è l’erba fresca e verde che copre la superficie dello stagno. La parola è polvere negli occhi e occhi bucati. La parola non mostra. La parola dissimula.

Per questo urge mondare le parole perché la semina si muti in raccolto. Perché le parole siano strumento di morte - o di salvezza. Perché la parola valga solo ciò che vale il silenzio dell’atto.

C’è anche il silenzio. Il silenzio, per definizione, è ciò che non si ode. Il silenzio ascolta, esamina, osserva, pesa e analizza. Il silenzio è fecondo. Il silenzio è terra nera e fertile, l’humus dell’essere, la tacita melodia sotto la luce solare. Cadono su di esso le parole. Tutte le parole. Quelle buone e quelle cattive. Il grano e il loglio. Ma solo il grano dà il pane.

José Saramago - Di questo mondo e degli altri

Eugenio Montale

Tutto fa pensare che l'uomo d'oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l'apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.
(Eugenio Montale, Auto da fé, 1966)

mercoledì 22 aprile 2020

Rita Levi Montalcini

Qualunque decisione tu abbia preso per il tuo futuro, sei autorizzato e direi incoraggiato, a sottoporla ad un continuo esame, pronto a cambiarla se non corrisponde più ai tuoi desideri.
—  Rita Levi Montalcini


Rita Levi Montalcini

"Più che una minaccia, i giovani avvertono la precarietà in tutto. C’è una difficoltà nel rendersi conto che il nostro comportamento è molto complesso, che il cervello è fatto di tante componenti. E c’è una difficoltà nel vedere in ogni catastrofe la possibilità di un rovesciamento. Forse io sono un’innata ottimista, ma penso che ci sia sempre qualcosa che ci salva. Le leggi razziali [nel 1938, ndr] si sono rivelate la mia fortuna, perché mi hanno obbligata a costruirmi un laboratorio in camera da letto, dove ho cominciato le ricerche che mi hanno in seguito portato alla scoperta dell’Ngf*”.
Rita Levi Montalcini intervistata nel 2009 da Paolo Giordano
* Nerve growth factor (Ngf), per il quale ha preso il Nobel nel 1986.

Rita Levi Montalcini

"Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente.
Quando muore il corpo, sopravvive quello che hai fatto. Il messaggio che hai dato”.
Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini

Tutti dicono che il cervello sia l'organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c'è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.
Rita Levi Montalcini

martedì 21 aprile 2020

Rita Levi Montalcini

Nessun impegno è più importante di un amico che bussa alla porta. Ricordalo quando sei di fretta, insegnalo ai tuoi figli, non lasciare che la tua vita diventi povera di tempo.

Rita Levi Montalcini

lunedì 20 aprile 2020

Eugenio Montale

Lei sola percepiva i suoni dei miei silenzi. Temevo a volte che fuggisse il tempo ostile mentre parlavamo.
Dopodiché ho smarrito la memoria ed ora mi ritrovo a parlare di lei con te, tra spirali di fumo che velano la nostra commozione.
Ed è questa la parte di me che ritrovo mutata: il sentimento, per sé informe, in quest'oggi che è solo di rimpianto.
- Eugenio Montale, Ricordo

lunedì 12 novembre 2018

Eugenio Montale

"Lo sai: debbo riperderti e non posso.”
— Eugenio Montale - Mottetti (1934, estratto)
Anka Zhuravleva photo

martedì 22 aprile 2014

Rita Levi Montalcini

«La felicità non esiste, ma bisogna vivere con serenità, cercando di far prevalere sempre l’ottimismo sul pessimismo, che è sterile. La felicità non esiste, è un attimo, bisogna vivere con la serenità di chi apprezza e ama la vita. La serenità si raggiunge con l’amore verso noi stessi, verso il prossimo, nella comprensione e nell’accettazione dei nostri errori. Solo lasciandosi travolgere dalla dedizione verso il prossimo si otterrà la serenità.»
— Rita Levi Montalcini

sabato 8 marzo 2014

Rita Levi Montalcini

"Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. E' alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace".
- Rita Levi Montalcini


giovedì 20 febbraio 2014

Renato Dulbecco

Due amici inseparabili.....<3


Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012)


"Questa discussione sulla prevenzione del cancro è uno sviluppo dei risultati sperimentali ottenuti nel campo dei virus oncogeni, ma è anche fortemente influenzata dalla nuova coscienza sociale di molti scienziati. Storicamente, scienza e società hanno preso strade diverse, nonostante la società ha fornito i fondi necessari per la crescita della scienza e in cambio la scienza ha dato alla società tutti gli oggetti materiali di cui gode. Negli ultimi anni, tuttavia, la separazione tra scienza e società diventa eccessiva, e le conseguenze si fanno sentire soprattutto tra i biologi. Così, mentre passiamo la nostra vita a fare domande sulla natura del cancro e modi per prevenirlo o curarlo, la società produce allegramente sostanze oncogene e con queste riempie l'ambiente. La società non sembra preparata ad accettare i sacrifici necessari per una efficace prevenzione del cancro. La situazione è chiaramente inaccettabile, e noi biologi vorremmo vederla corretta. Abbiamo iniziato a mettere ordine in casa nostra, vietando alcuni esperimenti che possono contenere un certo rischio per l'umanità. Vorremmo vedere la società assumere un atteggiamento simile, abbandonando pratiche egoistiche che sono pericolose per la società stessa. Vorremmo anche vedere una nuova cooperazione tra scienza e società a beneficio di tutta l'umanità e speriamo che le forze dominanti nella società riconosceranno che questa è una necessità".
- Renato Dulbecco, nella sua Lezione da Nobel



Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012)

Il Progetto Genoma è stato una grande avventura. È cominciato come il sogno di pochi visionari, è poi stato abbracciato dall'intera comunità scientifica, e ha raggiunto i suoi obbiettivi con la cooperazione di istituzioni pubbliche e private. Questo è il vero tragitto di una grande conquista scientifica nel tempo attuale. Il segreto del suo successo comprende molti fattori. Il principale è stata la dedizione assoluta di molti scienziati, che avevano fede di poter raggiungere lo scopo malgrado la scarsezza di mezzi tecnici a disposizione. Rapidamente questi mezzi sono stati sviluppati, come tecnologie nuove e tutte automatizzate, per determinare l'organizzazione del DNA, rintracciarvi i geni, leggere i messaggi che essi contengono e i loro significati. Sono stati usati nuovi indirizzi per determinare l'attività dei geni, esplorando in un atto solo tutto il genoma. Straordinario in questo progresso è stato il contributo dell'informatica. 
- Renato Dulbecco, Premio Nobel per la medicina nel 1975