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giovedì 26 giugno 2014

Salvador Allende

Il popolo deve stare allerta e vigile. Non deve lasciarsi provocare, né lasciarsi massacrare, ma deve anche difendere le sue conquiste. Deve difendere il diritto a costruire con il suo impegno una vita degna e migliore.
- Salvador Allende


Salvador Guillermo Allende Gossens (Valparaíso, 26 giugno 1908 – Santiago del Cile, 11 settembre 1973)

Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione.
Salvador Guillermo Allende Gossens (Valparaíso, 26 giugno 1908 – Santiago del Cile, 11 settembre 1973)

sabato 21 giugno 2014

mercoledì 11 giugno 2014

Accadde oggi

11/06/1984 : muore a Padova il segretario generale del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer: era stato colpito da un ictus il 7 giugno durante un comizio elettorale.

venerdì 30 maggio 2014

Buon compleanno, Rodotà!

La conoscenza è la via non solo per acquisire valore aggiunto sul mercato, è in primo luogo la libera costruzione della personalità di ciascuno di noi.
Stefano Rodotà

Auguri di buon compleanno al giurista, accademico e politico Stefano Rodotà, nato a Cosenza il 30 maggio 1933

venerdì 9 maggio 2014

Aldo Moro

Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante.
(Aldo Moro, Maglie, 23 settembre 1916 – Roma, 9 maggio 1978)

Romanzo di una strage - regia Marco Tullio Giordana


“…Guardo i miei simili e non vedo che indisciplina e vanità, vedo furbizia, nessun senso della comunità, nessun amore se non per il proprio tornaconto, poi viltà, opportunismo, violenza al posto delle idee. Alle volte penso che a mantenere un contengo siano rimaste sole le cose, le alberi, le pietre, la natura. 
Talvolta penso che all’Italia sia necessaria una catastrofe che distrugga tutto quello che vi abbiamo sovrapposto, i formicai, le auto, il cemento, che la riporti al deserto, alla nuda terra di prima così che la natura possa riprendere il sopravvento e ricominciare dalla prima forma di vita, dal primo uomo, dal primo fuoco. Ecco di questo cataclisma, Padre, io mi sento esser pronto la prima vittima….”
— Aldo Moro( Fabrizio Gifuni) nel film "Romanzo di una strage" di Marco Tullio Giordana (2012)

Aldo Moro alla moglie Eleonora Chiavarelli

Aldo Moro alla moglie Eleonora Chiavarelli
Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. 
Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. 
Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.
Marzo ‘78, recapitata il 5 maggio ‘78

mercoledì 30 aprile 2014

Lettera di Pio La Torre alla moglie Giuseppina

E' stata una lotta magnifica che tu hai affrontato tanto serenamente ed ora il nostro bimbo è una realtà viva e palpitante. Tutta la realtà nel suo sviluppo è una lotta continua di cui il protagonista in funzione attiva è ciò che nasce e che si vuole affermare. Lungo e doloroso è stato il parto attraverso cui nostro figlio è venuto alla luce. Nella stessa notte del 9 novembre all'Assemblea Regionale Siciliana si svolgeva una battaglia pure lunga e penosa a conclusione della quale veniva partorito un articolo importante della legge per la riforma agraria della Sicilia. Può essere simbolica l'eventuale coincidenza di un fatto che di per sé è tanto importante ma, a parte l'eventuale coincidenza, una cosa è chiara: nostro figlio è frutto di volontà, gioia, energia e di sacrifici. Egli è una forza nuova che si afferma, così, attraverso una lunga lotta dei contadini siciliani che incominciano a conquistare, palmo a palmo, la terra da lavorare. Noi, con i nostri ideali, siamo protagonisti di ambedue gli eventi. E proprio perché siamo protagonisti anche del nostro evento, la lotta dei contadini, di tutto il popolo per la terra e la libertà, che la nascita di nostro figlio è considerata dal nostro partito e dai nostri compagni più cari un grande evento. Noi dobbiamo essere orgogliosi di ciò. Qualche giorno prima che Filippo vedesse la luce tu mi scrivevi che la sua venuta avrebbe rappresentato un nuovo poderoso elemento di forza e di resistenza per noi. Siamo in tre a lottare, nostro figlio sta a dirci che nonostante tutto si va avanti. Ciò che deve nascere, viene alla luce e ciò che deve affermarsi finisce col vin­cere. Con questa certezza, in ogni momento potremo vin­cere ogni debolezza ed ogni eventuale smarrimento. Quando ti sentirai sola, potrai abbracciare il nostro bimbo. Quando mi sentirò preso dallo sconforto penserò più intensamente a te ed al nostro piccolo tesoro, e mi convincerò che la vita prevale sulla morte, e ciò che è nuovo distrugge ciò che è già invecchiato, e che alla fine nella storia prevale la verità.

(Lettera di Pio La Torre, segretario regionale del PCI siciliano, assassinato il 30 aprile 1982 a causa del suo forte impegno contro le mafie, alla moglie Giuseppina)

Accadde oggi

Ricorre oggi il 32esimo anniversario dell’assassinio di Pio La Torre, deputato del PCI che perse la vita nel corso di un agguato mafioso assieme al suo assistente Rosario Di Salvo. L’attentato alla vita di La Torre e di Di Salvo ebbe luogo a Palermo il 30 aprile del 1982 mentre, nella prima mattinata, il politico stava approssimandosi, in compagnia del collaboratore alla sede del PCI del capoluogo siciliano. L’automobile in cui i due viaggiavano fu raggiunta da una raffica di colpi di arma da fuoco a causa della quale conducente e passeggero morirono.

mercoledì 16 aprile 2014

Cesar Chavez (Yuma, 31 marzo 1927 – San Luis, 23 aprile 1993)

Una volta che inizia il cambiamento sociale, non può essere invertito. Non è possibile rendere illetterato chi ha imparato a leggere. Non si può umiliare chi si sente orgoglioso. Non è possibile opprimere i popoli che non hanno paura più. Abbiamo visto il futuro e il Futuro è dalla nostra.
Cesar Chavez
 


giovedì 10 aprile 2014

Nilde Iotti

E' necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci e non combattere ciò che è diverso, che è "altro" da noi.
- Nilde Iotti



mercoledì 9 aprile 2014

Nilde Iotti

Nilde Iotti ( Reggio Emilia il 10 aprile 1920 -  Roma il 3 dicembre 1999) insegnante, dirigente comunista, prima donna in Italia nominata Presidente della Camera dei deputati.
Il padre era un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie;  nel periodo della dittatura, era stato perseguitato dai fascisti e aveva voluto che la figlia Nilde studiasse. La ragazza si era quindi laureata in Lettere e Filosofia, all'Università Cattolica di Milano e per alcuni anni  aveva insegnato all'Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l'8 settembre 1943, per Nilde Iotti nasce l'impegno che l'avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante entra nelle file della Resistenza operando nei "Gruppi di difesa della donna" che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell'UDI a Reggio E., nel '46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all'Assemblea costituente. Nel PCI entra a far parte degli organismi dirigenti nazionali e, nel 1948, è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. È riconfermata per le successive legislature e il 29 giugno 1979 è eletta (al primo scrutinio e prima donna nella storia parlamentare italiana), Presidente della Camera. Per tredici anni Nilde Iotti ha ricoperto con grande prestigio quell'incarico, sino a che, il 18 novembre 1999, già gravemente malata, si era dimessa tra l'applauso unanime e ammirato dell'intero schieramento parlamentare. Sin dalla Resistenza, la Iotti è stata protagonista delle battaglie in difesa delle donne. Nel 1955 era stata la prima firmataria di una proposta di legge per istituire una pensione e un'assicurazione per le casalinghe. Nel 1974 aveva partecipato attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio. L'anno dopo promosse la legge sul diritto di famiglia. Nel 1978 contribuì a far approvare la legge sull'aborto. E così sino a che la malattia non la costrinse a dimettersi. Al nome di Nilde Iotti - che per diciotto anni fu la compagna di Palmiro Togliatti - sono intitolati, in molte parti d'Italia asili, organizzazioni giovanili, sedi dei Democratici di sinistra. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della giornata commemorativa organizzata dal Comune di San Quirico d'Orcia (Siena) per ricordare Nilde Iotti ha inviato, il 28 marzo 2009, questo messaggio al Sindaco Marileno Franci: "Nilde Iotti, con la quale ho condiviso una lunga attività parlamentare e intrattenuto un rapporto di feconda amicizia, ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del paese. Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell'Italia repubblicana, che ella ha accompagnato nel cammino di ricostruzione e di sviluppo dai banchi dell'Assemblea costituente e poi della Camera dei Deputati, di cui per lungo tempo fu presidente unanimemente apprezzata, garanzia di libero confronto per tutti i gruppi politici. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell'uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità, e la manifestazione di oggi costituisce un giusto riconoscimento ad una eredità che è patrimonio dell'intero paese".


lunedì 17 marzo 2014

Accadde oggi

"Quando conosco qualcuno, io penso sempre che si tratti di una persona perbene e continuo a pensarlo finchè non ho la prova contraria. Se ho la prova contraria, poi, non dico che quella persona è cattiva. Dico: è stata cattiva con me".
- Golda Meir

17 marzo  1969: in Israele  per la prima volta viene eletta Primo Ministro una donna, Golda Meir.

domenica 16 marzo 2014

Aldo Moro alla moglie Eleonora Chiavarelli

Aldo Moro alla moglie Eleonora Chiavarelli
Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo, dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo, al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell’incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l’indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la piena responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. Essa va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E’ poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall’idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati delle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c’è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in una unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. 
Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. 
Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto.
Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta.
Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo.
Marzo ‘78, recapitata il 5 maggio ‘78


giovedì 13 marzo 2014

Accadde oggi

Il 13 marzo 1972 il congresso di Milano del PCI eleggeva segretario Enrico Berlinguer. Appartenente ai giovani dirigenti del partito, egli aveva affiancato alla segreteria l'anziano Luigi Longo, suggerendo una prima presa di distanza dall'Unione Sovietica in occasione della repressione della Primavera di Praga nell'agosto 1968. Con Berlinguer il PCI avrebbe accettato definitivamente la collocazione internazionale dell'Italia all'interno dell'Alleanza atlantica e si sarebbe sforzato di definire una 'terza via' per i partiti comunisti dell'Europa occidentale e mediterranea (l'eurocomunismo), alternativa sia al comunismo sovietico, sia alla socialdemocrazia che accettava il quadro capitalista. Questa evoluzione, cui si accompagnava la decisa e netta opposizione al terrorismo, permise al PCI di allargarsi anche verso parti dei ceti medi – colpiti dalla crisi economica – e verso quei giovani che erano passati attraverso la stagione del Sessantotto, mentre si verificava un complessivo spostamento a sinistra dell'elettorato. Questa tendenza, già manifestata in occasione del referendum sul divorzio del maggio 1974, vedrà i comunisti ottenere il 33 per cento alle elezioni regionali del 1975. Nel contesto della grave crisi che attraversava l'Italia, Berlinguer riteneva necessario evitare quella frattura profonda fra cattolici e sinistre che nel settembre 1973 aveva consegnato il Cile alla dittatura di Augusto Pinochet. Rendendosi conto che le opposizioni all'ingresso del PCI in un governo sarebbero state troppe e troppo pericolose, egli ritenne che con la DC dovesse esserci una consociazione e non un'alleanza politica: a partire dall'ottobre 1973 iniziò così a parlare di “compromesso storico” fra tutte le forze popolari antifasciste (cattolici, socialisti e comunisti), sostanzialmente disponendosi a un appoggio esterno a un governo a guida democristiana. Tale linea sarà ribadita ancora al congresso di Roma del PCI del marzo 1976, pochi mesi prima che le elezioni anticipate portassero il partito comunista a poco più di quattro punti percentuali di distanza dalla DC.


mercoledì 12 marzo 2014

Pietro Barcellona (Catania, 12 marzo 1936 – San Giovanni la Punta, 6 settembre 2013)

Come affermava Saint-Exupéry, occorre: «che si sbrogli la logica per dar conto alla vita!». La prima rivoluzione culturale di cui questo Paese ha bisogno è la verità del confronto, l’apertura dello spazio pubblico ai “dilettanti della vita” che praticano giornalmente la fatica di lavorare, insegnare, educare, amare e soffrire. Facciamo davvero posto alla “gente” di cui tutti parlano a sproposito: facciamo parlare i giovani, gli operai, le casalinghe, gli anziani, i malati. Smettiamola con il nichilismo della fiction e con la semplificazione opportunistica degli schieramenti politici. Nel mondo comune le parole sono ancora pesanti, perchè chi le pronuncia ne vive i significati, incarnandoli. Smettiamola di parlare di onestà in astratto e mostriamo, invece, che cosa fanno e dicono gli uomini e le donne oneste”.
Pietro Barcellona