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lunedì 3 marzo 2014

"A passo di tartaruga", di Rosario Centorrino

"La festa era veramente travolgente, la gente era in estasi. In quella parte del mondo, il Carnevale era "veramente sentito, non era una festa diventata banale e quasi dimenticata come avveniva da noi. Le maschere erano diverse da quelle che popolavano il nostro Carnevale. Né Pulcinella né Arlecchino sfilavano per le strade, ma solo tetre rappresentazioni di folletti e gnomi, di spiriti della foresta e streghe, creature mistiche che nascevano dal folclore gotico, che richiamavano tempi in cui riti edonistici popolavano le Foreste Nere. Cerimonie che avevano caratterizzato la vita dell'antica storia della Renania, un modo di fondersi con la natura più selvaggia".
- Tratto da "A passo di tartaruga", di Rosario Centorrino


venerdì 28 febbraio 2014

Tratto da "A passo di tartaruga" di Rosario Centorrino

..Nessun impedimento ci teneva ancorati a Messina. E dire che, un tempo, anche nella nostra città i carri allegorici sfilavano per le vie del centro. I bambini, io ero una di questi, giocavano lanciandosi coriandoli e stelle filanti. Spesso, quando finivano i nostri rifornimenti, ammonticchiavamo nel bordo del marciapiede tutto ciò che si era lanciato per poter continuare il divertimento. Dopo un pomeriggio trascorso a correre per il Viale San Martino, ricordo mio padre che mi faceva saltare sulle sue spalle e mi portava a cavalluccio. Ero felicissima e orgogliosa di essere così in alto, di avere un padre così forte da non sentire la stanchezza del mio peso. Pian piano, come molte cose in questa città, è andato scomparendo, e sembra quasi che quel tempo non sia mai esistito. Adesso, il periodo di Arlecchino e Pulcinella trascorre in maniera ignota, neanche il Giovedì Grasso ha lo stesso fascino di una volta. Le ricette tradizionali non ci accompagnano a tavola, i nostri vestiti non devono più temere le macchie del sugo di maiale che minacciava i più distratti.
Rosario Centorrino, A passo di tartaruga