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lunedì 7 maggio 2018

Mario Luzi

È inverno o primavera?
Non lo sappiamo,
siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante.
Mario Luzi

venerdì 28 febbraio 2014

Siena per Mario Luzi

Essere a Siena, sempre, mi esalta un po’, quasi mi ubriaca. Da dove venga questa specie di squilla interna, questa diana che sveglia memorie, ma sveglia anche il sangue, sveglia qualcosa di inconoscibile che ci attraversa tutti quanti, è difficile a dirsi per me. E’ anche il mistero di questo che mi attrae, l’indicibilità di questo che mi rende così tenace l’affetto e l’aderenza a questa città. Siena è un concentrato di umane  sublimità e di estreme follie; una stratificazione di alti disegni della mente umana e anche visioni; ma è anche il deserto, il misterioso paesaggio che la isola e la circonda, e dall’una o dall’altro - o dall’una e dall’altro insieme, ecco, viene questa strana febbre o febbrilità che investe uno come me che vi ritorna dopo tanti anni. Questo non cessa mai di accadere.
La città è della mia prima adolescenza; ma lusinga anche i miei superstiti sogni di uomo maturo. Avevo dodici anni quando vi venni e mi immersi, spaesato ragazzo, nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti. Si aprì immediatamente un fermaglio che era chiuso, divenni giorno dopo giorno un adolescente fervido e incantato, smanioso di apprendere. La consapevolezza di esistere, respirare, desiderare all’interno di un chiarore di civiltà unico si faceva strada gradualmente nelle mie giornate di scolaro ginnasiale che arrivava alla scuola avendo lungo il tragitto visto o intravisto meraviglie, ricevuto richiami e tentazioni. In quei mesi e in quegli anni nacque in me e si sviluppò la passione per l’arte. Nella cornice di Siena tutta la grande civiltà pittorica, scultorea, architettonica italiana si esaltava. Vivevo al cospetto di essa, ed essa mi divenne sempre più quotidiana e intrinseca nell’opera dei suoi maestri; tuttavia questo non limitava il mio sentimento che abbracciava altre immagini e altri segni dello splendore che allora mi si apriva e di cui Siena era la preziosissima porta.
Mario Luzi







giovedì 27 febbraio 2014

Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)


Non andartene, 
non lasciare
l'eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il  sole, ti trova anche nei luoghi 
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.
- Mario Luzi, Non andartente




Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)

L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e dà principio.
E quando
chi soffre o langue spera,
se anche spera,
che un soccorso s'annunci da lontano,
è in lui,
un soffio basta a suscitarlo.
- Mario Luzi, Aprile-amore, da Primizie del deserto


Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)

Bisogna fargliela conoscere, proporgliela, fargliela leggere, ai giovani, la poesia. Bisogna creare occasioni di scoperta e di novità. Non si può dire che, soprattutto in questi ultimi anni, non lo si faccia. Ma l'esito è comunque incerto.
- Mario Luzi, da "Offrire versi con simpatia"