Visualizzazione post con etichetta D'Annunzio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta D'Annunzio. Mostra tutti i post

venerdì 24 aprile 2020

Il Vittoriale degli Italiani

Il Vittoriale, la casa- museo di Gabriele D'Annunzio, ospiterà il primo cinema drive- in della Lombardia.



giovedì 31 agosto 2017

Il piacere

-Preferite, fra i mesi neutri, l'aprile o il settembre?
-Il settembre. É più femminino, più discreto, più misterioso.Pare una primavera veduta in un sogno. Tutte le piante, perdendo lentamente la forza, perdono anche qualche parte della loro realtà. Guardare il mare, là giù.Non dà immagine d'un'atmosfera piuttosto che d'una massa d'acqua? Mai, come nel settembre, le alleanze del cielo e del mare sono mistiche e profonde. E la terra? Non so perché, guardando un paese, di questo tempo, penso sempre a una bella donna che abbia partorito e che si riposi in un letto bianco, sorridendo d'un sorriso attonito, pallido, inestinguibile. È un'impressione giusta? C'è qualche cosa dello stupore e della beatitudine puerperale in una campagna di settembre.
Gabriele D'Annunzio, Il piacere

Alcyone

Settembre, andiamo.E' tempo di migrare.
Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all'Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti alpestri,
che sapor d'acqua natía rimanga ne' cuori esuli a conforto,che lungo illuda la lor sete in via.Rinnovato hanno verga d'avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,quasi per un erbal fiume silente,su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina!
Ora lungh'esso il litoral camminala greggia.
Senza mutamento è l'aria.il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
(Gabriele D'Annunzio, Alcyone,I pastori)


domenica 12 marzo 2017

Gabriele D'Annunzio

"Gli giungeva il profumo di lei, una emanazione indefinibile, fresca ma pur vertiginosa come un vapore d'aròmati. Tutto il suo essere insorgeva e tendeva con ismisurata veemenza verso la stupenda creatura. Egli avrebbe voluto involgerla, attrarla entro di sé, suggerla, beverla, possederla in un qualche modo sovrumano."
— Gabriele D’Annunzio, Il Piacere

mercoledì 31 agosto 2016

Settembre, andiamo.

Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.
Ah perché non son io co’ miei pastori?
(Gabriele D'Annunzio, Alcyone,I pastori)

lunedì 13 luglio 2015

Il piacere

Non ricordo più nulla. Vi amo. Amo voi sola. 
Penso per voi sola. Vivo per voi sola. 
Non so più nulla; non desidero più nulla, 
oltre il vostro amore.
—  Andrea Sperelli, da “Il Piacere ∼Gabriele D'Annunzio

mercoledì 13 maggio 2015

L'automobile è femmina

 Il 12 maggio il Museo Mille Miglia di Brescia ha inaugurato la mostra “L’automobile è femmina”: curata dal Presidente del Vittoriale degli Italiani Giordano Bruno Guerri e dedicata alla passione automobilistica del Vate, resterà aperta fino al 31 agosto.

Informazioni:
Il Museo Mille Miglia è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:00
www.museomillemiglia.it

www.vittoriale.it


domenica 1 marzo 2015

Gabriele D'Annunzio

"Camminare con te per mondi e spiagge.
Vorrei che questa fosse la mia sorte.”
— Gabriele D’Annunzio


lunedì 8 settembre 2014

Gabriele D'Annunzio

 Questa spiritualizzazione del gaudio carnale, causata dalla perfetta affinità dei due corpi era forse il più saliente tra i fenomeni della loro passione. Un bacio li prostrava più d’un amplesso.

Gabriele D’Annunzio



venerdì 15 agosto 2014

Gabriele D'Annunzio

"Camminare con te per mondi e spiagge.
Vorrei che questa fosse la mia sorte.”
— Gabriele D’Annunzio

giovedì 13 marzo 2014

Gabriele D'Annunzio

Stringiti a me, abbandonati a me, sicura. Io non ti mancherò e tu non mi mancherai. Troveremo, troveremo la verità segreta su cui il nostro amore potrà riposare per sempre, immutabile. Non ti chiudere a me, non soffrire sola, non nascondermi il tuo tormento! Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena. Lasciami sperare che io potrei consolarti. Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato. Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto. Parlami e ti risponderò sempre senza mentire. Lascia che io ti aiuti, poiché da te mi viene tanto bene!
Gabriele D’Annunzio - Il Fuoco




D'Annunzio


Certi ricordi bastano a profumare un’anima per sempre.
- Gabriele D’Annunzio


venerdì 7 marzo 2014

Il piacere di D'Annunzio

"Ella non faceva che evocare memorie, memorie, passate, recenti, con le particolarità più minute, ricordandosi dei gesti più lievi, delle parole più fuggevoli, di tutti i piccoli fatti più insignificanti, che per lei avevano avuto un significato. ' Ti ricordi? Ti ricordi?' mi avrebbe voluto dire. Era una donna piena, piena d'amore e nostalgie per cose che avrebbe voluto che io facessi, e che non ho mai avuto il coraggio di fare".
- Gabriele D'Annunzio, Il piacere

sabato 1 marzo 2014

Gabriele D'Annunzio

"Fresche le mie parole ne la sera
ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie."
- Gabriele D'Annunzio, da "La sera fiesolana" - Laudi, Alcyone

"Il fuoco", di Gabriele D'Annunzio

Tu esalti la mia forza e la mia speranza, ogni giorno. Il mio sangue aumenta, quando ti sono vicino, e tu taci. 
Allora nascono in me le cose che col tempo ti meraviglieranno. Tu mi sei necessaria.
- Gabriele D'Annunzio, "Il fuoco"

La pioggia nel pineto - Gabriele D'Annunzio

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove su i pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitío che dura
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancóra, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, ascolta. L’accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall’umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s’allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s’ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda
crosciare
l’argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell’aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell’ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sìche par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le pàlpebre gli occhi
son come polle tra l’erbe,
i denti negli alvèoli
con come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i mallèoli
c’intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri vólti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m’illuse, che oggi t’illude,
o Ermione.


Gabriele D’Annunzio (Pescara, 12 Marzo 1863 – Gardone Riviera, 1° Marzo 1938)

"Ci sono certi sguardi di donna che l'uomo amante non iscambierebbe con l'intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza non sa la più alta delle felicità umane. Dopo, nessun attimo di gioia eguaglierà quell'attimo.
Gabriele D'Annunzio, Il piacere






venerdì 7 febbraio 2014

Il piacere, di Gabriele D'Annunzio

“Ella non faceva che evocare memorie, memorie, memorie, passate, recenti, con le particolarità più minute, ricordandosi dei gesti più lievi, delle parole più fuggevoli, di tutti i piccoli fatti più insignificanti, che per lei avevano avuto un significato. ‘Ti ricordi? Ti ricordi?’ mi avrebbe voluto dire. Era una donna piena, piena d’amore e nostalgie per cose che avrebbe voluto che io facessi, e che non ho mai avuto il coraggio di fare.”
— Il piacere, Gabriele D’Annunzio