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sabato 1 marzo 2014

Beppe Fenoglio

Beppe Fenoglio nasce nel 1922 ad Alba, dove frequenta il liceo, esperienza decisiva per la sua formazione. A questi anni, infatti, si può far risalire il suo incontro con la lingua e la letteratura inglese, ma grande importanza riveste anche la formazione classicista. Nel 1941 - 1942 Fenoglio frequenta l'università, e nel 1943 è arruolato nell'esercito e mandato a Roma. Tornato ad Alba, dopo l'8 settembre, entra nelle fila dei partigiani, dapprima nelle Brigate Garibaldi, poi tra i badogliani. Nel dopoguerra si occupa della corrispondenza e delle esportazioni in un'azienda vinicola e nel tempo libero si dedica alla letteratura. Muore nel 1963
La produzione narrativa di Fenoglio ha carattere autobiografico: non si tratta però di una rappresentazione diaristica e soggettiva, ma di una trasfigurazione in senso mitico dell'esperienza personale, che assume un significato esemplare e assoluto. Per Fenoglio la letteratura è un impegno morale arduo a scavare nel nucleo fondamentale dell'esistenza. Per questo si può riscontrare una certa ripetitività di temi nelle sue opere: la vita contadina nelle Langhe, la famiglia, la Resistenza ( che assurge a simbolo dell'eterna lotta fra Bene e Male). 
La paga del sabato ( 1969) è la prima opera destinata alla pubblicazione, ma in realtà viene edita solo dopo la morte dello scrittore. Il libro, che narra il malessere di un reduce della guerra partigiana che fatica a reinserirsi nella società civile e che finisce preda della malavita, risente del clima neorealistico.
I ventitrè giorni della città di Alba ( 1952) è una raccolta di dodici racconti, sei di argomento partigiano e sei di ambientazioni langarola. Soprattutto nel racconto che dà il titolo alla raccolta, vi è una forte tensione epica e agonistica.
La malora ( 1954) è un romanzo breve o racconto lungo che narra le vicende di Agostino Braida. Venduto dal padre, in grave difficoltà economica, a un mezzadro, Agostino conduce una vita di stenti e di fatiche lontano dalla famiglia. Ma alla morte del padre sarà lui a tornare a casa per cercare di recuperare i beni  perduti. Al tema della violenza e della privazione si affiancano quelli dell'accettazione del proprio destino e dell'appartenenza ai luoghi e alle radici familiari.
Primavera di bellezza (1959) è l'ultima opera pubblicata  in vita da Fenoglio. Di tema bellico, narra le vicende di Johnny, che dopo l'armistizio dell'8 settembre torna ad Alba, si arruola in una formazione partigiana e muore in un'imboscata tesa dai tedeschi. Significativo è lo stile, in cui convergono anglicismi, arcaismi, neologismi e tecnicismi.
Il partigiano Johnny, pubblicato nel 1968 da Lorenzo Mondo, è la storia, in parte autobiografica, del giovane Johnny, che durante la Resistenza entra nelle bande partigiane. Dopo una prima fase di militanza fra i "rossi" delle Brigate Garibaldi, passa agli "azzurri" badogliani, a lui più affini. Dopo la conquista e la rapida ricaduta di Alba, i partigiani cercano di resistere alla controffensiva nemica e ai rigori dell'inverno sulle colline delle Langhe. La caratteristica più originale dell'opera è costituita dallo stile, che cerca di innalzare i fatti a una dimensione epica. La prosa è ricca di aggettivi, avverbi, metafore e iperboli; la lingua è composita : parole inglesi reali e anglismi fittizi si mescolano a francesismi, latinismi, arcaismi e neologismi.
Una questione privata ( 1963) è un romanzo breve incompiuto. Per la prima volta la tematica resistenziale è associata a quella sentimentale: durante uno spostamento il partigiano Milton va a vedere la villa in cui viveva Fulvia prima del ritorno a Torino e rievoca i giorni felici della loro frequentazione. Parlando con la custode, però, si insinua in lui il sospetto che Fulvia abbia avuto una relazione con Giorgio, suo amico e anche lui partigiano, che nel frattempo è stato catturato dai fascisti. Milton fa di tutto per appurare la verità, ma è ucciso da una pattuglia di repubblichini nei dintorni della villa.

Beppe Fenoglio

Cominciò a pensarla, da quello stesso giorno, e tutti i giorni aggiungeva un pezzo alla figura di lei: non poteva pensare più a nient'altro, e questo nuovo motivo gli faceva più ricca e curiosa la vita, lo faceva svegliar più presto e addormentarsi più tardi.
- Beppe Fenoglio, Un giorno di fuoco


Il partigiano Johnny

"Vedi, l'angoscia è la categoria del possibile. Quindi è infuturamento, si compone di miriadi di possibilità, di aperture sul futuro. Da una parte l'angoscia, è vero, ti ributta sul tuo essere, e te ne viene amarezza, ma d'altra parte essa è il necessario "sprung", cioè salto verso il futuro..."
- Beppe Fenoglio, Il partigiano Johnny

Una questione privata, Beppe Fenoglio

"Sei tutto lo splendore".
"Tu, tu, tu, - fece lei - tu hai una maniera di metter fuori le parole...Ad esempio, è stato come se sentissi pronunciare splendore per la prima volta".
"Non è strano. Non c' era splendore prima di te".
- Beppe Fenoglio, Una questione privata