giovedì 25 marzo 2021

Frammenti di un discorso amoroso

 La resistenza del legno varia a seconda del punto in cui si conficca il chiodo: il legno non è isotropo. neanch’io lo sono; ho i miei “punti delicati”. Io solo conosco la mappa di questi punti ed è in base ad essa che io guido me stesso, evitando, ricercando questo o quello, conformemente a dei comportamenti esteriormente enigmatici; vorrei che questa mappa di agopuntura morale venisse preventivamente distribuita ai miei nuovi conoscenti (che, del resto, potrebbero utilizzarla anche per farmi soffrire di più).

—  Roland Barthes- Frammenti di un discorso amoroso


Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso

 


Accadde oggi

 Il 25 marzo 2012 ci lasciava il grande scrittore Antonio Tabucchi

C’è un momento indistinto che chiamano anàstole, con il quale tutto ricomincia perché il cerchio si chiude e si riapre immediatamente.
 -Antonio Tabucchi, "Si sta facendo sempre più tardi"


Antonio Tabucchi

 Come fu bello, e come fu grande la nostra passione.

Così grande che le cellule del mio corpo ne sono ancora imbevute,

come una spugna che conserva l’acqua marina che la nutrì.

Perché dopo, mia cara, è stata solo acqua dolce,

spesso dolciastra, e che senso ha, mi chiedo,

vivere ancora senza che nessun sale ravvivi il mio palato?

- Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi


° Foto di Eddie Kuligowski, Le Baiser, Montargis,1978




Mina Mazzini

 "Non ti dimenticherò mai”. E ci crediamo, quando pronunciamo queste parole che sanno un po’ di canzonetta, ma che dicono il desiderio di trattenere, almeno nella memoria, quello che non siamo in grado di conservarci con le nostre forze. Non è vero, non è possibile. E, mentre mi ribello a questa legge, anche se sono convinta che la potenza dell’amore o dell’odio superi la fisicità, mi rendo disperatamente conto che quella inflessione di voce, quella andatura, quel tic che magari mi faceva sorridere, quel modo di starnutire, quell’abbraccio, quel disegno della nuca non li ricordo più così bene come vorrei. 


-Mina



Mina Mazzini

 Forse è colpa nostra. Forse abbiamo esagerato, noi della musica leggera. Abbiamo imbottito le nostre canzoni di "ti amo". Ne abbiamo abusato e il senso reale si è un po' perso. Magari uno, pur amando disperatamente, non ha voglia di pronunciare quelle due parole stregate col timore di suonare un po' finto, un po' fumettistico. Comunque non sono le parole, ma i fatti che contano. Io ci ho messo una vita a imparare a non ascoltare con le orecchie, ma col cervello, col cuore.

Mina