martedì 10 luglio 2018

Frammenti di un discorso amoroso

Nella mia vita, io incontro milioni di corpi; di questi miloni io posso desiderarne delle centinaia; ma di queste centinaia, io ne amo uno solo. L'altro di cui io sono innamorato mi designa la specialità del mio desiderio. Per trovare l'Immagine che, tra migliaia, si confà al mio desiderio, ci sono volute molte combinazioni, molte sorprendenti coincidenze (e forse molte ricerche). E' un enigma che io non riuscirò mai a risolvere: perchè mai desidero il Tale? Perchè lo desidero persistentemente, languidamente? E' tutto lui che desidero (una sagoma, una forma, un'aria)? O è solamente una parte di quel corpo? E, in tal caso, che cos'è che, in quel corpo amato, ha per me il valore del feticcio? Quale porzione, per quanto esigua sia, quale sua caratteristica? Il taglio di un'unghia, un dente leggermente rotto di sbieco, una ciocca di capelli, un certo modo di muovere le dita mentre parla, mentre fuma? Di tutte queste caratteristiche del corpo, ho voglia di dire che sono adorabili. Adorabile vuol dire: questo è il mio desiderio, in quanto esso è unico: "E' questo! E' esattamente questo (che io amo)!". Tuttavia più provo la specialità del mio desiderio, meno sono in grado di precisarla; alla precisione di ciò che voglio dire corrisponde uno sfocamento del nome; il proprio del desiderio non può che produrre un improprio dell'enunciato. Di questo fallimento linguistico, resta soltanto una traccia: la parola adorabile (la buona traduzione di adorabile sarebbe l'ipse latino: proprio lui in persona).

Roland Barthes, "Frammenti di un Discorso Amoroso"


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