venerdì 14 luglio 2017

Ingmar Bergman

Facciamo silenzio e ascoltiamo: le voci si muovono in dolci linee curve, la tempesta strepita. Non c'è illuminazione stradale a cancellare l'incerta, morente luce del giorno che svanisce sempre più rapidamente. Il canto penetra nelle nostre anime, i volti si fanno confusi. Il tempo è cessato, ora siamo racchiusi in un mondo che esiste sempre ed è sempre vicino a noi. Abbiamo bisogno solo di un madrigale, di una tempesta di neve e di una città immersa nel buio per essere circondati da uno spazio ben noto, benché ce lo immaginiamo irraggiungibile. Ogni giorno, nel nostro lavoro, giochiamo con il tempo : allunghiamo, abbreviamo, aboliamo. Naturalmente questo accade senza che dedichiamo un solo pensiero al fenomeno. Il tempo è fragile, una struttura superficiale, ora scompare completamente.
Ingmar Bergman

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