lunedì 12 settembre 2016

Umberto Eco

Si possono dire le cose sbagliate, basta che le ragioni siano giuste.
—  Umberto Eco



Piero Angela

L'insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l'insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani.
- Piero Angela, "A cosa serve la politica?"

Fabrizio De André

"E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome, ora il tempo è un signore distratto,è un bambino che dorme. Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano, cosa importa se sono caduto, se sono lontano perché domani sarà un giorno lungo e senza parole, perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole.”
- Fabrizio De André, Hotel Supramonte

Arnoldo Foà

« Mi piacciono di più i sorrisi amichevoli delle congratulazioni ».
Arnoldo Foà

Salvador Dalì

Vi posso provare d’essere suscettibile d’accettare immediatamente cinquantamila dollari, senza insistere.
(Salvador Dalì)

David Foster Wallace

Tu vai pazza per le parole, vero? Vero che vai pazza per le parole? Mi dai l’idea di essere una che va pazza per le parole. Nel senso che le prendi terribilmente sul serio, tipo come se fossero un bisturi o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.
—  David Foster Wallace - La scopa del sistema


David Foster Wallace

«Nel mondo reale tutti soffriamo da soli; la vera empatia è impossibile. Ma se un'opera letteraria ci permette, grazie all'immaginazione, di identificarci con il dolore dei personaggi, allora forse ci verrà più facile pensare che altri possano identificarsi con il nostro. Questo è un pensiero che nutre, che redime: ci fa sentire meno soli dentro».
— David Foster Wallace , Un antidoto contro la solitudine. Interviste e conversazioni

Ho sceso, dandoti il braccio

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
 - Eugenio Montale, poesia n°5 di Xenia II, contenuta poi all'interno della raccolta Satura