venerdì 28 febbraio 2014

Alessandro D'Avenia

Scuola per i Greci, scholè: tempo libero. Per i Romani, ludus: gioco. Per noi: dell'obbligo.
Qualcosa, almeno nelle parole, è andato storto.
- Alessandro D'Avenia




Concita De Gregorio

Però arriverà, deve arrivare, il momento il tempo e il luogo in cui qualcuno di molto molto autorevole senza essere per questo canzonato e dal coro irriso dica no, non è quello che deve, non è questo che devi accettare per essere accettata.
Non devi fare silenzio.
Verrà il giorno in cui questo tempo avariato scadrà e sarà buttato come uno yogurt andato a male e ricominceremo tutti, dalle case, dalle televisioni, dai giornali, dalle scuole elementari a dire alle bambine: quando ti chiedono di stare al loro gioco, digli di no. E' un gioco sbagliato, non è il tuo gioco. Non è nemmeno un gioco. 
Verrà il giorno in cui capiremo l'abisso in cui siamo precipitati pensando che fosse l'anticamera del privè del Billionaire, che fortuna essere ammessi all'harem, e sapremo di nuovo dire, come i nostri nonni ci dicevano: è una trappola, bambina.
Quando ti chiedono di mostrargli le mutande non è vero che si alza l'auditel, come dice la canzone scema. Quando te lo chiedono vattene, ridigli in faccia e torna a casa.
- Concita De Gregorio

Paolo Conte

L'amicizia è preziosa e divina, particolarmente apprezzabile se si ha un'avventura da vivere insieme.
- Paolo Conte


Groucho Marx

"Riesco a trovare ogni parola nel dizionario molto più velocemente, da quando ho capito che sono in ordine alfabetico".
- Groucho Marx


Fred Allen

Mi piacciono le lunghe passeggiate, soprattutto quando le fanno persone che mi annoiano.
Fred Allen



Tratto da "A passo di tartaruga" di Rosario Centorrino

..Nessun impedimento ci teneva ancorati a Messina. E dire che, un tempo, anche nella nostra città i carri allegorici sfilavano per le vie del centro. I bambini, io ero una di questi, giocavano lanciandosi coriandoli e stelle filanti. Spesso, quando finivano i nostri rifornimenti, ammonticchiavamo nel bordo del marciapiede tutto ciò che si era lanciato per poter continuare il divertimento. Dopo un pomeriggio trascorso a correre per il Viale San Martino, ricordo mio padre che mi faceva saltare sulle sue spalle e mi portava a cavalluccio. Ero felicissima e orgogliosa di essere così in alto, di avere un padre così forte da non sentire la stanchezza del mio peso. Pian piano, come molte cose in questa città, è andato scomparendo, e sembra quasi che quel tempo non sia mai esistito. Adesso, il periodo di Arlecchino e Pulcinella trascorre in maniera ignota, neanche il Giovedì Grasso ha lo stesso fascino di una volta. Le ricette tradizionali non ci accompagnano a tavola, i nostri vestiti non devono più temere le macchie del sugo di maiale che minacciava i più distratti.
Rosario Centorrino, A passo di tartaruga

Siena per Mario Luzi

Essere a Siena, sempre, mi esalta un po’, quasi mi ubriaca. Da dove venga questa specie di squilla interna, questa diana che sveglia memorie, ma sveglia anche il sangue, sveglia qualcosa di inconoscibile che ci attraversa tutti quanti, è difficile a dirsi per me. E’ anche il mistero di questo che mi attrae, l’indicibilità di questo che mi rende così tenace l’affetto e l’aderenza a questa città. Siena è un concentrato di umane  sublimità e di estreme follie; una stratificazione di alti disegni della mente umana e anche visioni; ma è anche il deserto, il misterioso paesaggio che la isola e la circonda, e dall’una o dall’altro - o dall’una e dall’altro insieme, ecco, viene questa strana febbre o febbrilità che investe uno come me che vi ritorna dopo tanti anni. Questo non cessa mai di accadere.
La città è della mia prima adolescenza; ma lusinga anche i miei superstiti sogni di uomo maturo. Avevo dodici anni quando vi venni e mi immersi, spaesato ragazzo, nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti. Si aprì immediatamente un fermaglio che era chiuso, divenni giorno dopo giorno un adolescente fervido e incantato, smanioso di apprendere. La consapevolezza di esistere, respirare, desiderare all’interno di un chiarore di civiltà unico si faceva strada gradualmente nelle mie giornate di scolaro ginnasiale che arrivava alla scuola avendo lungo il tragitto visto o intravisto meraviglie, ricevuto richiami e tentazioni. In quei mesi e in quegli anni nacque in me e si sviluppò la passione per l’arte. Nella cornice di Siena tutta la grande civiltà pittorica, scultorea, architettonica italiana si esaltava. Vivevo al cospetto di essa, ed essa mi divenne sempre più quotidiana e intrinseca nell’opera dei suoi maestri; tuttavia questo non limitava il mio sentimento che abbracciava altre immagini e altri segni dello splendore che allora mi si apriva e di cui Siena era la preziosissima porta.
Mario Luzi







Da Oliviero Toscani a Paolo Mieli : a Carpi torna la rassegna "I libri di San Rocco"

Torna a Carpi l'evento "I libri di San Rocco" organizzato da Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e San Rocco Arte & Cultura. Quattro gli appuntamenti, tutti gratuiti, che si svolgeranno a partire dalle ore 21.00 nelle date di sabato 1 marzo presso l'Auditorium della Biblioteca Loria ( Michela Marzano), venerdì 21 marzo in Sala dei Mori di Palazzo Pio (Paolo Mieli), martedì 8 aprile in Auditorium Loria ( Valerio Massimo Manfredi) e venerdì 11 aprile in Sala dei Mori di Palazzo Pio ( Oliviero Toscani)






John Turturro e Napoli

Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d' infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha molto colpito e credo di aver riportato nel film ( Passione ) queste sensazioni. Penso che Napoli sia il più grande juke - box del mondo.
- John Turturro

Buon compleanno a John Turturro


Buon compleanno al regista e attore italoamericano John Turturro, nato a Brooklyn il 28 febbraio 1957. Turturro è figlio   di   un carpentiere pugliese e una cantante jazz di origini siciliane.

Buon compleanno a Oliviero Toscani!

I libri servono per sedercisi sopra. Saranno venti anni che non ne leggo uno.La mia ignoranza è la mia cultura.
- Oliviero Toscani citato in Beniamino Placido, Il vangelo secondo Toscani, 1994