sabato 25 gennaio 2014

La pericolosità degli imbecilli

L'imbecillità rappresenta, ahinoi, una risorsa utile per il sistema: se non ci fossero tanti imbecilli in giro non sarebbe così facile trovare un furbone che li seduce. Ecco perchè un imbecille è molto più pericoloso di un mascalzone.
Corrado Augias



Torna "Una notte al museo"

Dalle 20.00 alle 24.00 di oggi, sabato 25 gennaio 2014, tutti i musei e luoghi culturali d'eccellenza statali resteranno aperti al pubblico in occasione del settimo appuntamento di "Una notte al museo", evento promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

Mina e le parole di Gaber

Non esiste l'italianità, così come forse non esiste neppure l'Italia. Sugli euro ci abbiamo messo Dante, l'uomo di Leonardo, la Venere di Botticelli e altri simboli di un'Italia che è definitivamente morta. Culturalmente siamo diventati la periferia povera, colonizzata dalla barbarie. Così, in punta di piedi, mi metto dalla parte di Gaber, che amava così tanto questo Paese, da non sentirlo più come suo. Così innamorato dell'Italia e di un'appartenenza che non trovava, da dichiararsi anti- italiano. E, come posso, ricanto le parole della sua ultima canzone: "Mi scusi Presidente, non è colpa sua, ma questa nostra patria non so che cosa sia".
Mina (La Stampa, 01/02/2013)


Seta, di Alessandro Baricco

"Questo non è un romanzo. E neppure un racconto. Questa è una storia. Inizia con un uomo che attraversa il mondo, e finisce con un lago che se ne sta lì, in una giornata di vento. L'uomo si chiama Hervè Joncour. Il lago non si sa. Si potrebbe dire che è una storia d'amore. Ma se fosse soltanto quello, non sarebbe valsa la pena di raccontarla. Ci sono nel mezzo dei desideri, e dei dolori, che sai benissimo cosa sono, ma un nome vero, per dirli, non ce l'hai.."
Alessandro Baricco


La lettera di Virginia Woolf al marito Leonard

Il 28 marzo del 1941, Virginia Woolf si riempì le tasche di sassi e si gettò nel fiume Ouse vicino casa, lasciando una struggente lettera al marito Leonard :
“Carissimo. Sono certa che sto impazzendo di nuovo. Sono certa che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. Comincio a sentire voci e non riesco a concentrarmi. Quindi, faccio quella che mi sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la più grande felicità possibile. Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere. So che ti sto rovinando la vita. So che senza di me potresti lavorare e lo farai, lo so… Vedi non riesco neanche a scrivere degnamente queste righe… Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita. Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinare la tua vita. Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi”



Virginia Woolf

Quando siamo troppo allegri, in realtà siamo infelici. Quando parliamo troppo, in realtà siamo a disagio. Quando urliamo, in realtà abbiamo paura. In realtà, la realtà non è quasi mai come appare. Nei silenzi, negli equilibri, nelle "continenze" si trovano la vera realtà e la vera forza. 
Virginia Woolf

Virginia Woolf, "Una stanza tutta per sé"

“Nell’ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta 

galla”.


Virginia Woolf 




Buon compleanno, Alessandro Baricco!

Alessandro Baricco nasce a Torino il 25 gennaio 1958. Dopo la laurea in filosofia lavora per alcuni anni come copywriter (redattore di testi pubblicitari) e si dedica a studi sulla musica. Nel 1994 fonda la Scuola Holden - dal nome del protagonista  del celebre romanzo del 1951, Il giovane Holden, di Jerome David Salinger - nella quale insegna tecniche di scrittura narrativa. Fra le sue opere: il monologo teatrale Novecento (1994), che racconta la vita di uno straordinario pianista nato su una nave nel 1900 e mai sceso da essa, e i romanzi Castelli di rabbia (1991),Oceano mare (1993) Seta (1996), City (1999) Senza sangue (2002), Questa storia (2005), Emmaus (2009), Mr Gwyn (2011), Tre volte all'alba (2012). La prosa di Baricco, lontanissima da qualunque deformazione sperimentale o espressionistica, è semplice , chiara ed elegante, modellata su una sintassi di tipo paratattico, essenziale e lineare. Lo scopo  è di facilitare la comprensione del lettore, aprendogli le porte, mediante una calcolata seduzione affabulatoria, di una sorta di fiabesco postmoderno: si pensi, in particolare, all'uso delle ripetizioni, che servono a creare, nelle intenzioni dello scrittore, un'atmosfera "magica" di vaga indeterminatezza.

Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941)

"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell’uomo ingrandita fino a due volte le sue dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi. Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbero sconosciute. Staremmo ancora a graffiare la sagoma di un cervo sui resti di ossa di montone e a barattare selci con pelli di pecora o con qualsiasi semplice ornamento attraesse il nostro gusto non sofisticato. Non sarebbero mai esistiti Superuomini o Figli del Destino. Lo Zar o il Kaiser non avrebbero mai portato corone sul capo né le avrebbero perdute. Quale che sia l’uso che se ne fa nelle società civili, gli specchi sono indispensabili ad ogni azione violenta od eroica. E’ questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne, perché, se queste non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. Ciò serve a spiegare in parte la necessità che tanto spesso gli uomini hanno delle donne. E serve anche a spiegare perché gli uomini diventano così inquieti quando vengono criticati da una donna; e come sia impossibile per una donna dire loro questo libro è brutto, questo dipinto è debole, o qualunque altra cosa, senza procurargli molto più dolore e suscitare molta più rabbia di quanta non ne susciterebbe un uomo che facesse la stessa critica.Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare ad emettere giudizi, a civilizzare indigeni, a promulgare leggi, a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la stessa taglia? A questo pensavo, mentre riducevo il pane in briciole e giravo il caffè e di tanto in tanto guardavo la gente che passava per strada."

Virginia Woolf, Una stanza tutta per sè


                                            Virginia Woolf, Calle del perdon, Venezia