venerdì 5 settembre 2014

Chiara Gamberale, Le luci nelle case degli altri

Com’è che un amore finisce?
Finisce quando non ce n’è più, quando ce n’è troppo, quando in realtà non c’è mai stato. Un amore finisce perché qualcosa si consuma: allora non bisogna usarlo, forse, l’amore. Ma finisce pure quando non si consuma niente e, anzi: tutto rimane come il primo giorno. Così perfetto che pare finto. E allora forse almeno un po’ bisognerebbe usarlo, l’amore. E se poi finisce perché mentre lo usi ti cade per terra e si rompe? Anche quello può capitare. O magari finisce perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per non perderlo, ma così marcisce: va a male. Finisce perché andavi di fretta, finisce perché rimani indietro, finisce perché vuole finire, perché deve finire. Finisce perché non c’è cosa più impossibile da tenere a mente, quando un amore comincia, che potrebbe finire. E trasformarsi, passato il dolore, in qualcosa a cui accennare mentre parli d’altro, l’ennesimo aneddoto da raccontare a una cena, scuotendo la testa divertito da te e dal male assurdo che faceva
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 Chiara Gamberale, Le luci nelle case degli altri

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