mercoledì 29 gennaio 2014

L'intervista della settimana: il poeta Francesco Vitellini


Francesco Vitellini nasce a Wuppertal (Germania) il 13 marzo 1977. La raccolta poetica d'esordio, "Ronde Poetiche", rappresenta una selezione di opere nate dalla continua ricerca della poesia in tutte le cose ed è suddivisa per macrotemi: il poeta in rapporto a se stesso, alla morte, all'amore, alla realtà che lo circonda. Tra le precedenti esperienze letterarie figurano la traduzione dal tedesco all'italiano del Romanzo Taddellöser und Wolff" di Walter Kempowski ( in collaborazione con Diana Politano) per la Casa Editrice "Lavieri"  e diverse pubblicazioni in antologie poetiche.







 1) Ciao Francesco, per cominciare parlaci un po' di te.
Sono nato in Germania nel ’77 e mi sono trasferito in Italia nell’86. Dal 2009 vivo a Milano. Questa migrazione prolungata nel tempo mi ha portato a non cercare fuori di me i valori che mi caratterizzano, ma dentro me. Per questo motivo sono una persona piuttosto riservata e, anche nei miei scritti, parlo poco di me o di situazioni da me vissute.

2) Che cos'è per te la poesia?
Per me la poesia è equilibrio tra forma e contenuto. Quando iniziai a scrivere la forma mancava totalmente (come si vede anche in “Ronde Poetiche”). Maturando, la mia scrittura si è avvicinata, poco a poco, agli stili classici della poesia strutturata, al punto da  non aver più usato versi liberi o sciolti.

3) Quando hai scritto la tua prima poesia?
Ho iniziato a scrivere nel febbraio del 2010.

 4) Che cosa ti spinge a scrivere poesie? E che ruolo ha la poesia nella tua vita?
Per me scrivere poesie è un esercizio di stile prima di tutto. Trovo che piegare il linguaggio e imbrigliare le parole in una forma ben precisa e definita sia una sfida ogni volta interessante in modo diverso. Spazio dai sonetti alle coplas, dalle ballate ai virelai. Insomma, tutto quello che ha una forma. Il ruolo che assegno alla poesia è quello di pratica di rilassamento

 5) Quali sono i poeti che prediligi e quali sono stati i libri fondamentali per te?
Leggo poche poesie, paradossalmente. Tra i poeti che ho letto amo Keats, Eliot e Yeats. Ovviamente tutti letti in lingua originale, perché leggere la poesia in traduzione non rende onore all’autore, dal momento che tradurre qualcosa in un’altra lingua la cambia totalmente.

6) Quali libri hai sul comodino?
In questo momento leggo “L’uomo senza qualità”, di Robert Musil.

   7)Secondo te esiste una relazione fra musica e testo poetico?
La relazione esiste ed è fondamentale. Senza musica il ritmo poetico non esisterebbe, e, nella mia visione di poesia, senza ritmo non esiste poesia.

 8) Perché il titolo "Ronde poetiche"?
Trovo ispirazione per i miei lavori soprattutto mentre passeggio, da qui il titolo.
Passeggiare in silenzio permette di pensare.

 9) Qual è il tema del tuo libro?
Il tema è quello della poesia presente in ogni cosa, ogni persona ed ogni situazione. Se si sa guardare la si trova in ogni circostanza, dal classico amore fino alla morte stessa.

 10) Quali sono i tuoi progetti letterari futuri?
Al momento sto compilando una raccolta di sonetti. A parte la poesia sto scrivendo un romanzo epistolare di fantapolitica, un romanzo e una lettura accompagnata di “Amleto”.
Tutte cose che pubblico sul mio blog.

Dedica un verso ai tuoi lettori
Nell’occhio del lettore eterna vive
la voce di colui che parla in versi,
d’amore e circostanza questi scrive
di come s’alza in volo in cieli tersi

dal marmo della tomba, l’ali schive,
farfalla colorata ad’occhi spersi,
innalza ad alti lidi l’alme prive
di quel che fu sostanza de’ dispersi.

Dicevo, è nell’occhi del lettore
che trovan compimento le passioni
cui dono lieve vita con parole

che senza l’altrui cuor non hanno toni.
Di breve rimembranza è lo scrittore
ch’è cieco a quel che crea nell’emozioni.



Ciao Francesco, grazie per la tua disponibilità.

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