domenica 29 dicembre 2013

Stefano Benni, "Terra!"

All’università, ebbi una relazione con una giovane russa, allieva come me del Corso di matematica. Un giorno essa mi chiese: quanto mi ami? E io dissi “tanto” e spalancai le braccia. Lei disse che “tanto” era un’espressione numericamente ambigua e che io avrei dovuto portarle una dimostrazione più precisa della grandezza del mio amore. Io le portai la seguente: “Il mio amore eterno per te sarebbe esprimibile solo con una apertura delle mie braccia pari alla circonferenza del mondo al quadrato”. Essa ci pensò un po’ su e poi mi dimostrò che la frase poteva essere matematicamente espressa così A e (amore eterno) = a mc2 (Apertura bracciale Mondo Circonferenza al quadrato). Ma poiché le due “a” si potevano cancellare, in quanto termini uguali dell’equazione, restava

e = mc2
Ovvero la formula della relatività. Il mio amore non era quindi né eterno né grande, ma del tutto relativo nello spazio e nel tempo. Ciò dimostrato, essa mi lasciò.
Stefano Benni," Terra!"




"Zorba il greco", di Nikos Kazantzakis

Custodire la propria natura è farla essere. Soprattutto riconoscerla. Riconoscerla non è guardarla: è esservi aderenti, senza farne un oggetto, un contenuto, una descrizione di conoscenze psicologiche. La descrizione reifica, cristallizza la natura indicibile che ti abita e che cerca in te la sua espressione. La descrizione blocca il suo essere, la costringe in canali. Hai paura e allora non ti esponi totalmente a ciò a cui ti condurrà, a ciò che non sai. Imiti modelli e allora appari posticcio, falso. Hai già perso la tua nobiltà. Hai assunto artifizi, sei fuori dalla tua semplicità. Cerchi soluzioni mirabolanti, ti esalti solo davanti ai grandi effetti speciali, alle parole roboanti, alle sfrenatezze delle fantisticherie di una mente frustrata e in gabbia. E allora perdi il suono del mare, il bicchiere di vino, la bellezza dell’essere delle cose. Cerchi troppo in alto. Soprattutto il problema è che cerchi. E allora non vedi. Lo sai, te l’hanno già detto tutti, ma non lo sai mai fino in fondo: la retorica della felicità finalmente ha la sua fine quando capisci che la questione non sta nei contenuti, ma nell’atteggiamento.
Allora quando non hai più tensioni, attese, aspettative verso questa o quella cosa, questo o quell’evento, sei tutto aderente all’atto dell’attimo. Sei tutto preso. Non c’è dualismo, non c’è domanda, non c’è ricerca.


La Danza della Realtà di Alejandro Jodorowsky

 Un giorno ti renderai conto che le coppie non s’incontrano

 per caso: una coscienza sovrumana le unisce secondo 

 disegni prestabiliti.




Da "Jane Eyre" di Charlotte Brontë

La vita mi sembra troppo breve per trascorrerla coltivando 

risentimenti e prendendo nota dei torti subiti. In questo mondo 


siamo tutti, e non possiamo non esserlo, carichi di colpe.