lunedì 29 luglio 2013

Giordano Bruno Guerri:Van Gogh era pazzo? Non lo credo affatto. E se proprio pazzo lo si vuol definire, la sua era una forma di pazzia molto speciale.

"Abbiamo solo le lettere di Vincent al fratello, e sono di grande passionalità che ci spiegano di lui molto più dei suoi quadri. Ho potuto, per la prima volta in questo libro  svolgere un lavoro di saggista potendo soddisfare questo mio desiderio di raccontare e interpretare una vita altrui non solo attraverso i documenti, come faccio normalmente con i miei libri storici, ma anche attraverso i miei sentimenti.
Mi sono messo in comunione con van Gogh, almeno ci ho provato, ho vissuto molto tempo circondato dai suoi quadri, purtroppo solo riproduzioni, per scrivere questa opera di sintesi, un’opera breve ma intensa, di bella lettura di cui vado abbastanza fiero. Ho voluto pubblicarlo con un editore diverso dal solito proprio per segnare e rimarcare che è un altro libro rispetto a quelli che ho scritto finora. Ho voluto approfondire la tragedia della sua vita, passata in miseria pur di non accettare compromessi. Si rassegnò a vivere con i pochi denari che gli passava suo fratello gallerista d’arte che gli comprò tutte le opere realizzate, perché in vita van Gogh non ha mai venduto un quadro.
Ha vissuto dimostrando una grande voglia di sacrificio e di dolore. Era capace di dormire su dei bastoni per non stare troppo comodo, mangiava pane e olive anche quando c’era dell’altro. Insomma era uno che voleva farsi del male. Anche il taglio dell’orecchio era una forma di auto sacrificio. Goghin è bello, alto chiacchierone, a differenza di van Gogh che è grifagno, brutto, tozzo e con gli occhi spiritati, gli ruba la bella Rachel la prostituta che lui aveva sempre frequentato, e soffre di questo tanto che si taglia l’orecchio. E’ un gesto di pazzia?”.

Autore: Giordano Bruno Guerri Titolo: La Follia. Vita e morte di Vincent Van Gogh Editore: BOMPIANI

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